La natura usa i veleni per
difendersi da parassiti e predatori (regno vegetale) o per procurarsi il
cibo (soprattutto con sostanze paralizzanti, regno animale) quindi il
fatto che una sostanza sia naturale non vuol dire che non possa avere
componenti velenose. Inoltre la cancerogenità spesso dipende dalla
quantità di quella sostanza che viene assunta che deriva soprattutto dal
sommarsi della stessa sostanza o sostanze simili in prodotti diversi.
CHIMICA e FISICA in CUCINA
La maionese è un
fenomeno fisico, è un'emulsione, ovvero le molecole d'olio e d'acqua
contenuta nel tuorlo, inizialmente
separate, si trasformano in una dispersione di gocce d'olio e d'acqua
legate insieme dalle proteine dell'uovo.
La cottura è un fenomeno chimico poiché cambiano il colore, la
consistenza, l'odore e il sapore.
Perché
una reazione chimica possa avvenire, si devono rompere i legami
preesistenti e si devono eventualmente formare nuovi legami.
Le
papille gustative hanno lo scopo di guidarci verso il cibo,
anzi l’avevano, e sono state determinanti per far giungere la nostra
specie fino ad oggi, però non si sono ancora “adattate” alle esigenze
dell’alimentazione moderna e ci creano alcuni problemi, infatti
l’evoluzione le ha "programmate" per i bisogni dei nostri antenati che
necessitavano di zuccheri per incrementare le energie, per questo ci
procurano sensazione piacevoli quando assumiamo i cibi dolci, ci
fanno individuare immediatamente l’acidità, che è caratteristica
di quei cibi che si stanno deteriorando, a causa di un’azione batterica,
ed è importante evitare di ingerirli perchè potrebbero aver subito
trasformazioni tossiche. Le bacche velenose di solito sono amare,
quindi bisogna riconoscerle subito, infine per sopravvivere è essenziale
riconoscere i sali in quanto regolano la conduzione elettrica del
nostro corpo, i battiti del cuore e sono responsabili del modo in cui i
nervi ed il cervello trasmettono gli impulsi nervosi. |
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IL LATTE (e i latticini) |
ADDITIVI ALIMENTARI |
LA COTTURA DEI CIBI |
SOSTANZE
carboidrati
(zuccheri),
lipidi (olii e grassi, anche il famoso
olio di
palma),
proteine,
sale. |
LE BASI SCIENTIFICHE DELLA
PIZZA |
LE BASI
CHIMICHE DEL VINO |
Le basi scientifiche
delle conserve di frutta |
|
di seguito due celle in
cui ho riportato alcune notizie sull'argomento cibo |
FUNZIONE DEL CIBO |
CIBI PAZZESCHI |
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FUNZIONE DEL CIBO
Tutte le reazioni che avvengono nelle cellule sono
reazioni catalizzate.
Un catalizzatore è una
struttura chimica
che interviene durante lo svolgimento di una reazione
chimica che, modificando il complesso attivato della
reazione, permette un abbassamento dell'energia di
attivazione, aumentandone quindi la
velocità.
I catalizzatori di tali reazioni nelle cellule prendono
il nome di enzimi; gli enzimi sono costituiti
principalmente da molecole proteiche globulari.
L’uomo, per svolgere qualsiasi attività,
può utilizzare solo l’energia
che è fornita dalle sostanze
contenute negli alimenti e che
si sprigiona dalla rottura dei legami chimici delle
molecole del cibo.
La maggior quantità d'energia è fornita dai carboidrati
o zuccheri e dai lipidi o grassi. Ogni alimento che
ingeriamo ha un potere calorico, in altre parole, libera
una quantità d'energia, che chiamiamo Kilocaloria o
Caloria ed è l’unità di misura usata per descrivere
l’energia che s'ottiene dal cibo.
Una Caloria corrisponde alla quantità di calore che
serve per aumentare di un grado Celsius un grammo
d'acqua, quindi La quantità di calore per aumentare di
un grado Celsius un Chilogrammo d'acqua si definisce
Kilocaloria (kcal).
Il fabbisogno energetico totale giornaliero
si compone di:
Metabolismo basale
(necessità di energia in uno stato di completo riposo
fisico, mentale e digestivo)
Fabbisogno energetico di attività
Termogenesi
è il processo attraverso il quale l'organismo produce
calore per mantenere la temperatura corporea
costante.
I
carboidrati rappresentano la fonte energetica
più importante per il nostro organismo. Come per
tutte le molecole che assumiamo devono subire processi
di demolizione e semplificazione, definiti con il
termine di digestione, per poter essere assimilati. La
maggior parte dei carboidrati viene assimilata
sotto forma di monosaccaridi, e in particolar modo di
glucosio.
Dopo l’assorbimento intestinale, il glucosio è
ridistribuito ai diversi tessuti ed organi. Ormoni
specifici, quali l’insulina e il glucagone, intervengono
per regolare questo fenomeno e contribuire al
mantenimento di valori glicemici costanti.
Ci sono caratteristiche positive, e
altre negative. Tra le caratteristiche
positive ricordiamo la maggiore
produttività e la maggiore resistenza
alle malattie e alle aggressioni dei
parassiti. Queste sono caratteristiche
generiche, non presenti tutte
contemporaneamente. - See more at:
http://www.coltivarelorto.it/ART/0022art0003.html#sthash.bsUZxHdE.dpuf
Ci sono caratteristiche positive, e
altre negative. Tra le caratteristiche
positive ricordiamo la maggiore
produttività e la maggiore resistenza
alle malattie e alle aggressioni dei
parassiti. Queste sono caratteristiche
generiche, non presenti tutte
contemporaneamente. - See more at:
http://www.coltivarelorto.it/ART/0022art0003.html#sthash.bsUZxHdE.dpuf
L'insulina è un
ormone
peptidico (cioè implicati nel legame delle
proteine, che agiscono sui recettori delle
membrane delle cellule) prodotto dalle
cellule beta delle isole di Langerhans
del
pancreas.
La sua funzione più nota è quella di
regolatore dei livelli di
glucosio ematico riducendo la
glicemia mediante l'attivazione di diversi
processi
metabolici
e cellulari. L'insulina è il principale
ormone responsabile del fenomeno di
ingrassamento, cioè lo stoccaggio di lipidi
all'interno del
tessuto adiposo.
Il glucagone è un
ormone
peptidico
secreto dal
pancreas,
per la precisione dalle
cellule alfa delle isole di Langerhans, permette il controllo dei livelli
di
glucosio
nel sangue, affinché rimangano entro certi
limiti. se il livello scende sotto una certa
soglia le cellule cominciano a secernere
glucagone. Questo attiva un conseguente
rilascio di glucosio nel sangue. |
Il cervello consuma circa 120 grammi glucosio al
giorno: dateglielo!
La
masticazione contribuisce a sciogliere i cibi e a creare
un ambiente idoneo per l’attacco enzimatico. Con
l’amilasi salivare, che è un enzima prodotto dalle
ghiandole salivari,
l’amido inizia ad essere parzialmente demolito in
composti più semplici Il succo gastrico non
esercita alcun effetto enzimatico sui carboidrati, la
cui semplificazione viene invece continuata nel piccolo
intestino; mentre nello stomaco avviene la 1° fase
digestiva delle proteine.
Il pH gastrico ha un valore tra 1 e 2, l'ambiente acido
ha una duplice funzione:
distruggere la maggior parte dei micro-organismi
introdotti con il cibo e creare un ambiente ottimale per
l'attivazioni degli enzimi provocando la denaturazione
delle proteine (fenomeno chimico che consiste nel
cambiamento della struttura),
che diventano più suscettibili alla loro azione.
Il grasso che mangiamo viene assorbito nell’intestino
per poi arrivare al fegato; da qui il grasso ha bisogno
di essere distribuito al resto del corpo al fine di
essere usato per la produzione di energia o depositato
nelle cellule adipose.
Il fegato converte il grasso in due tipi di
lipidi: colesterolo e trigliceridi che vengono
poi incorporati in strutture chiamate lipoproteine che
sono: VLDL (very low density lipoproteins),
molto ricche di trigliceridi, LDL (low
density lipoproteins)
ed HDL (high
density lipoproteins)
a bassa e
estremamente bassa presenza di trigliceridi, ma ad alto
contenuto in
colesterolo che trasportano nel circolo sanguigno.
Mentre le LDL hanno lo scopo di cederlo ai tessuti, le
HDL sono deputate alla rimozione del colesterolo
presente in eccesso nel plasma.
La parola
colesterolo proviene dal greco chole (bile)
e stereos (solido), la desinenza -olo deriva dal
fatto che sul C3 del primo anello di atomi di carbonio è
presente il
gruppo
ossidrile
–OH; la sua
formula bruta è C27H45OH. È di colore bianco ed ha una
consistenza simile a quella della
cera.
Il colesterolo è una sostanza normalmente presente
nell’organismo è un componente
essenziale della
membrana cellulare
di tutte le cellule animali e precursore della vitamina
D;
è prodotto in parte dal fegato, può anche essere
introdotto con l’alimentazione: è infatti presente nei
cibi ricchi di grassi di origine animale (carni
grasse, salumi, fegato, burro, tuorlo d’uovo,
crostacei).
I trigliceridi
sono grassi in minima parte prodotti dal fegato ed in
gran parte introdotti con l’alimentazione, infatti,
aumentano con l’assunzione di grassi, ma anche di
carboidrati (pane, pasta, zucchero) e alcol, trasformati
dal fegato in grassi. Sono utili al nostro organismo in
quanto costituiscono un’importante riserva di energia:
vengono immagazzinati in parte in tessuto adiposo ed in
parte utilizzati dal fegato per la formazione di altre
sostanze utili all’organismo. |
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CIBI PAZZESCHI
Ci sono moltissimi alimenti che provengono
dalla tradizione popolare, che utilizzano
"materie prime povere" ovvero quei cibi o quelle parti di
cibo, che hanno criticità, ad esempio il
ciuppin
nasce per utilizzare quei pesci molto spinosi, che restavano
nelle reti, ma che nessuno di quelli che avevano i soldi per
poter comperare il pesce, li avrebbe comperati; ora è
diventato un piatto raffinato, si chiama zuppa di pesce e spesso è lontano
parente del piatto originale, perchè, ancora oggi, chi ha i
soldi, magari non ha la "cultura" per districarsi tra
miriadi di spine e lische.
Lo stesso discorso vale per molti altri prodotti
culinari, come per la trippa, che sarebbe lo stomaco dei
ruminanti, anche qui una volta si partiva
dal prodotto crudo che doveva essere lungamente pulito e
lavato, poi bollito sapientemente per ricavarne un brodo miracoloso (ideale
da consumare dopo le sbornie) e in fine "accomodate" con fagiolane,
ottenendo una succulenta pietanza simili a quella che ancora oggi
viene servite nei ristoranti.
BERODO,
'NDUJA, CASU
MARZU, PANI CA MEUSA,
ENTOMOFAGIA.
Il
berodo
è il termine dialettale
della
cucina ligure
per indicare il
sanguinaccio che
è un
insaccato
preparato partendo dal sangue fresco di maiale con
l'aggiunta di
latte fresco
non scremato, animelle lessate,
pinoli,
sale, pepe e alloro.
L'impasto va poi insaccato nel budello, e fatto asciugare,
per circa 12 ore ad una temperatura di 20-25°C. e poi
lessati per circa un'ora.
I berodi si consumano affettati e cotti in un fondo di
cipolla e olio extravergine.
In Piemonte al sangue fresco di maiale si unisce la pancetta
tritata finemente, patate lessate e schiacciate, l'aglio e
un bicchiere di barbera e si procede come per il berodo.
Nella
cucina calabrese
comprende anche diverse parti di
maiale
(per lo più
interiora),
arricchito con vari ingredienti: ricotta, vino cotto oppure
cacao in polvere e in genere vengono aggiunta noci e o uva
passa e cotto a fuoco lento (spesso al caminetto). In altre
zone d’Italia si usa un impasto simile al cotechino con
l’aggiunta del sangue.
Un prodotto simile, ovvero partendo dal sangue con più o
meno aggiunta di parti meno nobili del maiale, viene
confezionato in tutte le nazioni d’Europa.
La
'Nduja,
secondo Wikipedia
è tipica delle zone dell'altopiano del Poro, il comune
riconosciuto come di origine è Spilinga in provincia di Vibo
Valentia, ma l'area di produzione è estesa a molti comuni,
in particolar modo a quelli del versante tirrenico, a tal
punto da fare della 'nduja un alimento tipicamente associato
a tutta la Calabria.
Storicamente la 'nduja è un piatto povero, preparata con le
parti grasse del
maiale,
con l'aggiunta del
peperoncino
piccante calabrese, è insaccata nel
budello cieco (orba), per poi essere
affumicata. Si utilizzano gli scarti delle carni del maiale:
milza, stomaco, intestino, polmoni, esofago, cuore, trachea,
parti molli del retrobocca e faringe, porzioni carnee della
testa, muscoli pellicciai, linfonodi, grasso di varie
regioni, ecc. Si consuma spalmandola su fette di
pane abbrustolito, meglio se
ancora calde, o utilizzata come soffritto per la base di un
ragù o di un
sugo di pomodoro, con
aglio; può essere usata per
guarnire la
pizza.
Al giorno d’oggi per la preparazione della nduja si usano le
parti migliori del maiale, impastate con sale e abbondante
peperoncino calabrese dolce e piccante, che gli conferisce
un profumo forte e il suo caratteristico colore rosso
acceso.
Il
Casu Marzu
è un formaggio pecorino sardo che viene prodotto grazie al
prezioso aiutino da parte della Piophilia Casei (o
mosca casearia) che depone le uova all'interno del
formaggio. Le larve che ne nascono si nutrono del formaggio
stesso e si sviluppano all'interno, trasformandolo in una
crema morbida che matura per un periodo dai 3 ai 6 mesi. Al
termine di questo periodo, le larve sono notevolmente
diminuite di numero (meglio non chiedersi che fine abbiano
fatto) e così la forma di formaggio viene "aperta",
togliendo il tappo e gustando la morbida crema gentilmente
prodotta dai nostri insetti!
Il
“pani câ meusa”
è un panino di origine palermitana (cosparso di
sesamo) condito con milza e polmone di vitello, dopo essere
stati bolliti e soffritti nell’unto. Il panino può essere “maritatu”,
ossia abbinato al caciocavallo grattugiato o alla ricotta;
oppure “schettu” (celibe), senza alcun condimento. Oppure
arricchito unicamente da una spruzzata di succo di limone.
L'entomofagia
(dal greco éntomos, "insetto", e phăgein,
"mangiare"), è il regime dietetico che vede gli insetti
come alimento. Nel 2050 saremo più di 9 miliardi di
persone, vivremo su un pianeta con risorse sempre più
scarse, gli insetti sono una delle possibili risposte
infatti sono una fonte di cibo altamente nutriente perché
forniscono proteine di alta qualità paragonabili a quelle
fornite dalla carne e dal pesce, ma
hanno un rapporto nutritivo
molto più vantaggioso. Nel mondo già si consumano più di
1.900 specie di insetti, anche noi li stiamo già mangiando
essendo inseriti
soprattutto nelle
barrette proteiche, ma anche in alcune preparazioni come
farine, usate anche nell’alimentazione degli animali, (le
galline non si sono sempre nutrite di insetti e vermi?).
L’agenzia europea per la sicurezza alimentare, ha
autorizzato l’ingresso di insetti, vermi e larve nei nostri
piatti,
a patto,
per motivi igienici,
che siano d’allevamento, da
gennaio 2018. |
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