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Principali macroelementi: per le piante sono: azoto, fosforo e potassio, poi: zolfo, calcio e magnesio

Per saperne di più sulla classificazione delle piante che si basa su alcune caratteristiche qui descritte.

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Varie Lumache Vermi Talpe Topolini
Ghiri Mais Un pò di matematica aurea
Compostaggio

Trovata online, spero non sia coperta da copyright.

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VARIE

Formiche. L'ideale sarebbe capire da dove entrano in casa e cospargere l'apertura di sale. Altrimenti, disperdere in giro per casa alcuni mezzi limoni tagliati eviterà che le formiche continuino a vagare. Anche la polvere di gesso o il talco risulta moto utile.

Per evitare che le mosche entrino in casa, basta tenere una pianta di basilico sul davanzale

Importante la sarchiatura e la zappettatura, soprattutto la sarchiatura. Le piante estirpate, se non perdono semi si possono lasciarle lì con le radici al sole!

Le erbacce sono indicative delle caratteristiche del terreno. Si possono utilizzare per fare il compost, o lasciarle sul campo dopo l’estirpazione, però prima che giungano a maturazione i semi.

Preparazione terreno: preparare il terreno con alcune settimane d’anticipo rastrellare ogni tanto per far germogliare eventuali semi di erbacce e poterle eliminare.

I pollini presenti nell’atmosfera rappresentano i semi maschili delle piante, liberati nell’aria durante la stagione di fioritura, quando le condizioni meteorologiche sono idonee, per garantire la riproduzione.

Fiori recisi. Immergere i fiori in un vaso riempito d’acqua a temperatura ambiente, avendo cura di non lasciare eventuali foglie immerse nell'acqua, cosa che le farebbe marcire velocemente. Il vaso andrà posizionato in un posto ove potrà ricevere la luce del sole, ma senza subirne i raggi diretti, e in un locale ove sarà possibile avere un buon ricambio d'aria. L'acqua andrà cambiata ogni due giorni, rabboccandola nel frattempo, qualora il livello dovesse scendere. Circa una volta al giorno è consigliabile prendere i gambi e tagliarne circa un centimetro, affinché i fiori riescano a nutrirsi meglio; il taglio va effettuato a 45 gradi, in modo da aumentare il più possibile la superficie in grado di assorbile il nutrimento. Altro consiglio importante è quello di non lasciare il vaso di fiori vicino a della frutta: pare infatti che la frutta secerna etilene, che concorre a far non far germogliare le gemme e a far appassire prima la pianta. Ogni volta che si cambia l'acqua possiamo inoltre aggiungere una puntina di zucchero, che la pianta assorbirà, assumendo così più nutrimento.

I lavori da svolgere durante i mesi invernali servono per preparare il terreno alle coltivazioni della stagione successiva. Una volta che il terreno sia stato liberato dalle ultime coltivazioni è meglio iniziare con una bella vangatura. Prima bisogna eliminare tutte le infestanti in modo tale da evitare di interrarne i semi durante la lavorazione del terreno; inoltre non bisogna tagliare  gli stoloni della Gramigna con la vanga, altrimenti si moltiplicheranno in tarda primavera, invadendo l’orto.

La neve è molto positiva per il suolo, in particolare nel migliorare la sua struttura e renderlo più soffice. Quando la nevicata si posa come una coperta fredda sul terreno, i semi che restano sotto la neve sono protetti dal gelo (effetto igloo). Col tempo aumenteranno le temperature e andrà a sciogliersi in acqua goccia dopo goccia. In questo modo il terreno riesce a trattenere al meglio l’acqua e ad accumularla perché sia disponibile alle piante in futuro. Questo passaggio è molto utile a strutturare il terreno, che viene lavorato naturalmente dall’alternanza tra freddo e disgelo.

La vangatura, deve essere svolta in un periodo relativamente asciutto altrimenti lavorare di vanga diventerà disagevole oltre che estremamente faticoso. Bisognerebbe sempre evitare di lavorare i terreni bagnati così come il calpestarli. Oltre al fatto che la terrà tende ad appiccicarsi irrimediabilmente su attrezzi e stivali, il comprimere il terreno bagnato farà si che si formi uno strato estremamente duro e praticamente impermeabile che sarà poi difficile da lavorare.

Il gelo e la neve invernali sminuzzeranno le zolle e il terreno avrà la possibilità di aerarsi e sarà nelle condizioni ottimali per essere uniformato con una motozappa in primavera; prima di iniziare l’aratura o la vangatura, è bene spargere del concime organico, preferibilmente stallatico maturo, e solo successivamente lavorare il terreno; questo farà si che il concime venga interrato migliorando ulteriormente la qualità dei terreno.

IL LETAME

La differenza tra letame bovino ed equino deriva dal fatto che il bovino è un ruminante e gli equini no. Vanno entrambi apportati quando sono maturi, ma per l'equino è indispensabile. I bovini con la ruminazione inattivano gran parte dei semi delle infestanti. Se al contrario non lasci maturare quello equino porti nell'orto un bel campionario di malerbe. Gli equini non distruggono i semi con la digestione. Se non è ben maturo viene un erbaio che non si toglie più. Per maturo si intende che deve riposare almeno 9 / 10 mesi.

DILUENTI. Il diluente nitro è molto concentrato e ricco di sostanze volatili, utilizzato nella maggior parte degli smalti escluso quelli che richiedono specificamente diluenti lenti.

L'acquaragia è un solvente grasso utilizzato molto nel campo della verniciatura, la minor volatilità garantisce un tempo di lavorazione maggiore, è un solvente ottenuto da differenti varietà di trementina che è una resina ottenuta dalle conifere.

L'essenza di trementina è il distillato della la parte volatile della resina che si ricava dai larici, viene usata nel restauro pittorico come neutralizzante di altri solventi e viene esso stesso usato come solvente per alcune vernici o cere, (quando asciuga non lascia residui)

l'acetone puro è un ottimo sgrassante, non lascia tracce oleose ne altro. Nel settore del restauro di ceramiche e porcellane, è il solvente da usare per pulire residui di colle sintetiche.

Il solvente nella vernice ha la funzione di rendere fluido il miscuglio di resine e pigmenti (che sono gli elementi funzionali e caratteristici del prodotto) e di permetterne l'applicazione. Una volta applicato il solvente evapora e la vernice forma il caratteristico film.

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Le lumache possono sembrare animaletti graziosi, amano ambienti freschi e ombreggiati; si muovono preferibilmente di notte, quando possono divorare indisturbati germogli e giovani piantine, soprattutto sono in grado di rovinare il raccolto di insalata verza e cavoli. Particolarmente voraci sono le lumache senza la chiocciola, cioè le limacce, che diventano innocue in caso di clima caldo e siccitoso.

Per allontanare le lumache si può ricorrere sia a rimedi naturali che chimici, quest’ultimi tuttavia contengono sostanze dannose. Si possono spostarle manualmente posizionandole lontano dall’orto. Tra i rimedi naturali più efficaci c’è il sale grosso: basta creare delle strisce di sale lungo l’area della nostra zona coltivata. Per garantirne l’efficacia è necessario sostituire spesso i grani, in quanto tendono a sciogliersi con l’umidità, tuttavia può innalzare la salinità del terreno rendendolo inospitale per le coltivazioni. Per questo motivo si può usare il sale grosso solo in zone non coltivabili del terreno come i margini delle aiuole.

Altri rimedi naturali consistono nel creare una barriera protettiva con fondi di caffè, cenere, gusci d’uovo e segatura.

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I lombrichi

I lombrichi sono indispensabili, la loro presenza indica che il terreno è ben equilibrato, sono totalmente assenti nei terreni troppo acidi o troppo bagnati.

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Le talpe

Le talpe (Talpa europaea) non sono roditori,sono insettivore dell’ordine Soricomorpha della famiglia delle Talpidae, è un animale solitario, scavano le loro gallerie per cacciare le larve degli insetti, molti dei quali dannosi all'agricoltura, ma anche i lombrichi così utili per il terreno, inoltre scavando nelle vicinanze di piante appena trapiantate (essendo il terreno anche più morbido) può danneggiare le radici, anche se non per nutrirsene.

Se la loro presenza diventasse troppo invadente, oltre all’Euforbia, senza ricorrere a metodi drastici e cruenti, si può ricorrere a dissuasori acustici ad ultrasuoni, oppure costruendo dissuasori artigianali che tengano lontane le talpe con il loro rumore fastidioso: basta conficcare un rametto nel terreno su cui inserire il fondo di una bottiglia di plastica. In questo modo il vento colpendo la bottiglia darà origine a dei rumori fastidiosi che allontaneranno le talpe.

 

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Non è facile liberarsi dei topolini che possono invadere le case. Non è sempre detto che un gatto aiuti, perché occorre trovare il gatto giusto.

La domesticazione del gatto derivò dalla necessità di difendere i granai dagli assalti dei topi. Gli egizi tenevano i gatti in grandissima considerazione proprio per la loro abilità di cacciatori.

Anche i gufi sono ottimi cacciatori di topi. Purtroppo i gufi non sono animali domestici e devono scegliere liberamente il luogo in cui nidificare.

I topi più o meno affamati possono mangiare qualunque cosa, come per esempio giornali, libri e carta in genere, fino alle etichette delle bottiglie vecchie. Se la fame è molta possono rosicchiare anche il legno delle mensole, la paglia delle damigiane, e simili.

La pianta principale, tra quelle che hanno una spiccata proprietà repellente per i topi, è la ruta; per questo i contadini usavano tenere un mazzetto di ruta nelle cantine.

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Il ghiro (Glis glis) appartenente alla famiglia Gliridae; è l'unica specie del genere Glis. è un piccolo roditore arrampicatore, lungo circa 30 centimetri di cui 13 (circa) di coda, pesa in media 100 grammi. è generalmente notturno: di solito esce dal proprio nascondiglio poco dopo il tramonto per poi ritornarvi prima dell'alba. La dieta del ghiro è basata essenzialmente sui vegetali, è costituita principalmente da castagne, ghiande, nocciole, bacche, frutti di bosco; in autunno vengono consumati anche i funghi. Una minima parte dell'alimentazione del ghiro può comprendere anche animali, in particolare alcuni invertebrati (insetti e molluschi).

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Il mais (Zea mays) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Poaceae o Graminacee che sono piante angiosperme monocotiledoni (vedi termini) ; non si conosce la pianta spontanea di origine, pertanto le sue origini sono incerte; l'arrivo del mais in Europa è legato a Cristoforo Colombo che inizialmente lo portò da Cuba nel 1493.

I mercanti lo portarono dalla Spagna in Italia e poi in altri paesi europei. Dapprima fu coltivato solo a scopo di studio, ma già prima del 1550 era coltivato in campo nel Veneto. Passò poi in Friuli e qui la sua presenza è documentata dal 1580, per diffondersi in seguito in tutta l'Italia.

Il mais diventò una coltivazione molto usata grazie alla sua maggiore produttività rispetto agli altri cereali e sostituì in particolare il sorgo, il miglio, la segale ed il grano saraceno, diventando il cibo delle classi più povere.

Però questo cereale possiede le vitamine del gruppo B ed in particolare la vitamina PP, in una forma che non può essere assorbita dall'intestino umano, se non dopo trattamenti particolari (i Messicani, che sono grandi consumatori di mais, per produrre la farina delle tortillas lo trattano con alcali) e pertanto, se consumato in abbondanza, può causare una grave malattia chiamata Pellagra. 

Nell’Universita' di Purdue nello stato dell'Indiana - U.S.A. (e dove se non?) hanno identificato con precisione quali sono le caratteristiche ottimali per la migliore capacità di esplodere del chicco di mais e formare il popcorn. La caratteristica che più influenza le capacità esplosive del popcorn sembra essere la struttura e la composizione del pericarpo, cioè del guscio esterno del chicco, composto principalmente da cellulosa e da arabinossilano, un polisaccaride. L'interno del chicco invece, l'endosperma, è composto principalmente di amido.

l pericarpo del mais per popcorn è più duro di quello del normale mais, durante il riscaldamento il chicco si trasforma in una piccola pentola a pressione. Il pericarpo conduce molto bene il calore, riscaldando velocemente l'endosperma e l'acqua di cui e' composto. Quando la temperatura all'interno del chicco aumenta e supera la temperatura di ebollizione, l'acqua del pericarpo si trasforma in vapore. La struttura esterna del guscio ne impedisce la fuoriuscita facendo aumentare la pressione interna. Il vapore intrappolato ammorbidisce le proteine e l'amido contenuto fino a quando la pressione interna diventa troppo elevata, (anche 7 atmosfere, molto più di una normale pentola a pressione). A quel punto il chicco esplode, liberando all'esterno l'amido bianco che può essere salato ed eventualmente unto con un poco di burro fuso.

I tutoli del mais (la parte della pannocchia che regge i semi) bruciavano molto bene ed avevano un ottimo potere calorifico, venivano usati nella stufa, ed erano ottimi per lo scaldaletto perché producevano molte braci e poca fiamma, sono il combustibile ideale per cuocere la carne alla brace.

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Lsuccessione di Fibonacci, il numero aureo e la spirale.

Leonardo Pisani, conosciuto come Fibonacci, matematico nato a Pisa nel 1170, introdusse la famosa successione di numeri interi nella quale ogni numero è la somma dei due precedenti:

1,  1,  2,  3,  5,  8, 13,  21,  34,  55,  89, 144,  233,  377,  610,  987, 1.597,  2.584,  4.181,  6.765, 10.946, 17.711, 28.657, ...

Il rapporto tra qualunque numero della serie e il suo precedente tende a 1,61803398874989484820458683436563811 (è un numero irrazionale, cioè la parte decimale è infinita e non forma una sequenza periodica) si chiama  φ e si legge phi (fi) dalla prima lettera del nome di Fida, lo scultore greco che lo aveva utilizzato un rapporto analogo per costruire il Partenone, in genere viene semplificato in 1,618 il numero aureo della sezione aurea che è una delle costanti matematiche più antiche e segreto dell’armonia delle opere d’arte, è un rapporto tra grandezze tale che la parte maggiore sia il medio proporzionale tra la parte minore e il tutto.

cosa lega la matematica alla natura? Ad esempio, il numero dei petali nel 90% dei fiori segue la successione di Fibonacci: 1 petalo la Calla, 2 l'Euphorbia milii; 3 petali per l’Iris, i gigli5 per la Rosa Canina, la prima rosa ad apparire sulla terra, ma anche il garofano in origine, il Gelsominoper il Fior di Loto, 21 il fiore della cicoria, 34 per le Rose più comuni e i Girasole, 55 per le Peonie.

Visto che sono sadico, vi tolgo ogni poesia svelando che i petali della margherita sono il numero della successione 21 quindi se iniziate con m’ama finirete con m’ama, mai iniziare con non m’ama perché finirete con non m’ama.

Dalla successione di Fibonacci si ricava la spirale di Fibonacci che è l'origine della spirale aurea che alla base ha due quadrati di lato 1, che sono la base per la costruzione del rettangolo aureo, questa spirale è richiamata nella struttura di molti fiori e molte altre “creazioni” della natura come le conchiglie, le pigne, i cavoli, la molecola del DNA fino alle galassie. E' il "segreto" dell'armonia di molte opere architettoniche ed artistiche a partire dalle Piramidi, il Partenone, anche Monna Lisa è inseribile in una spirale aurea.

Anche il corpo umano è molto "aureo" a cominciare dagli arti: le lunghezze di braccio e avambraccio, così come coscia e gamba, sono in rapporto 1,618 altezza e larghezza del viso, ecc. ecc.

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COMPOSTAGGIO

Un ettaro di suolo fertile, fino a una profondità di 30 centimetri, può contenere più di sette tonnellate di esseri viventi (batteri, funghi, protozoi, alghe, nematodi, anellidi, insetti), sono loro che degradano le sostanze organiche in sostanze nutrienti e anidride carbonica e trasformano l’azoto organico ed inorganico in sali di azoto, assimilabili, a loro volta, dalle piante.

Le grandi molecole organiche presenti nei vegetali (amidi, zuccheri, cellulosa, resine, oli...) diventano cibo per i batteri e per altri micro organismi che dalla degradazione di queste molecole, a base di carbonio, traggono energia. Grazie alla loro attività, il carbonio e l’idrogeno organico si legano all’ossigeno atmosferico formando anidride carbonica ed acqua. Da questa reazione si libera energia che, in parte, i micro-organismi stessi utilizzano per le loro funzioni vitali ed in parte è dispersa nell’ambiente, sotto forma di calore.

Per riprodurre queste condizioni bisogna avere un rapporto Carbonio/Azoto (C/N) uguale a 20, significa che, per ogni grammo di Azoto, ci devono essere 20 grammi di Carbonio.

Se vi è troppo carbonio (C/N maggiore di 30) il processo di compostaggio sarà estremamente lento. Se nella miscela c’è troppo azoto (C/N minore di 20), gran parte dell’azoto, reso inutile, perché eccedente le necessità, sarà perso, provocando cattivi odori.

Per ottenere un prodotto equilibrato bisogna mescolare sempre due parti di scarti “verdi” che devono essere sminuzzati il più possibile, con una parte di scarti “marroni”: che sono potature, foglie secche, paglia e trucioli di legno, anche cartone spezzato grossolanamente e carta tagliata a strisce;

Tra uno strato e l’altro di materiale compostabile inserire uno strato sottile (1-2 centimetri) in base alla disponibilità, con compost maturo, terriccio, stallatico; il cumulo si finisce con una copertura, su tutta la superficie, di paglia, erba secca, foglie secche.

I microrganismi utili per il compostaggio, si trovano dappertutto, nel terreno fertile che non ha subito trattamenti chimici e nel terreno del sottobosco.

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Materiali che si possono inserire in un composter

Ø      Rami e foglie, opportunamente triturati.

Ø      Erba, possibilmente secca, per evitare che compatti troppo il materiale nel composter.

Ø     Erbacce estirpate dal giardino; per evitare che i semi rimangano vivi nel compost è bene inserirli al centro della massa, in modo che raggiungano le temperature maggiori.

Ø      Fiori secchi.

Ø      Avanzi di frutta e verdura, bucce, scarti.

Ø      Gusci d'uova tritati, in modo che vengano decomposti più facilmente.

Ø      Avanzi di cibo cotto; è bene aggiungerne in quantità esigua, per evitare che attirino topolini o mosche.

Ø      Fondi ti caffè e tè.

Ø      Carta, possibilmente non stampata.

Ø      Cenere di legna, in piccola quantità.

Ø      Gli aghi di pino abbassano il ph del compost, neutralizzare l’eccessiva acidità con calce o cenere di legna.

 

Materiale da non mettere nel composter

-         Le erbacce come la gramigna che si propagano per parti di rizomi

-         Qualsiasi tipo di materiale plastico.

-         Cenere di carbone.

-         Contenitori in tetrapak.

-         Carta stampata, anche se a volte alcuni fogli di giornale possono essere utili.

-         Vetro, Ceramica, Alluminio e metalli in genere.

-         Ossa; il tempo necessario a decomporle è troppo alto.

-         Tessuti sintetici o comunque tinti. 

 

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