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Timo Thimus vulgaris Tutte le specie di timo fanno parte Genere: Thymus, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, che comprende alcune decine di specie quasi tutte originarie delle zone mediterranee, dalla Spagna alla Turchia all'Africa settentrionale.

Il nome Thymus ha origine etimologica dal termine greco thymos (thymós), che designava il principio della vitalità, il respiro, il suo aroma era ritenuto dagli antichi greci apportatore di vigore fisico ed il coraggio, tanto che i soldati tonificavano il corpo lavandolo con acqua di timo e rinvigorivano il proprio animo bevendone tisane.

Il timo era però ben noto fin dall’epoca degli Egizi, che lo usavano per la preparazione degli unguenti per l'imbalsamazione, in quanto pensavano che l'anima dei morti potesse risiedere nei suoi fiori. Oggi ciò è spiegabile con la sua comprovata capacità di impedire la putrefazione e la proliferazione batterica, grazie agli olii essenziali in esso contenuti: infatti anche a distanza di 4.000 anni, a riprova del suo effetto antimicrobico, questa pianta continua a essere usata da imbalsamatori e tassidermisti.

Anche i Romani sfruttavano le sue proprietà antisettiche per la conservazione delle derrate alimentari, per la purificazione dell'aria negli ambienti chiusi e per l'aromatizzazione di cibi e formaggi.

 E' una pianta arbustiva perenne alta fino a 40-50 cm con un fusto legnoso nella parte inferiore e molto ramificato che forma dei cespugli molto compatti. Le foglie sono piccole e allungate con una colorazione variabile dal verde più o meno intenso, al verde chiaro, al grigio, all'argento, ricoperte da una fitta peluria. I fiori sono di colore bianco - rosato, crescono all'ascella delle foglie in infiorescenze a spiga compaiono dalla primavera inoltrata e per tutta l'estate, sono molto ricchi di nettare per cui sono molto ricercati dalle api. I frutti sono degli acheni contenenti ciascuno quattro semi ricoperti da un guscio di colore marrone.                

Del timo si utilizzano le sommità fiorite che si raccolgono da aprile e per tutta l'estate e le foglie che vanno raccolte prima della fioritura o all'inizio della fioritura. Raggiunge il suo massimo di produzione al terzo-quarto anno di vita. In genere si possono effettuare due raccolti di fiori: uno intorno al mese di giugno, l'altro a settembre dopo il primo sfalcio in modo da dare alla pianta il tempo di ricrescere ed accumulare i preziosi oli essenziali. Lo sfalcio si deve eseguire a pochi centimetri dal terreno (circa 5cm) si raccolgono con tutto il fusto che poi viene messo a seccare in un posto ombreggiato e ventilato che garantirà una corretta essiccazione. E' preferibile non esagerare con la raccolta il primo anno di vita della pianta per non debilitarla.

La coltivazione deve avvenire in pieno sole, riesce a tollerare per brevi periodi anche temperature di -10-15°C. Riesce a prevalere sulle malerbe, rimuovere la vegetazione secca o danneggiata per evitare l'insorgenza di malattie.

La moltiplicazione per talea del timo si effettua nella primavera inoltrata o ad agosto. Le talee devono essere lunghe 7-10 cm e prelevate da pianta tra i due e quattro anni di età, in buona salute e vigorose.

Gli olii essenziali presenti nel timo, in particolare il timolo, esercitano una forte azione antibatterica ed antisettica, addirittura 25 volte superiore a quella dei comuni disinfettanti, può venir applicato, come disinfettante e cicatrizzante, su piccole ferite o affezioni della pelle. Ha spiccate proprietà antiossidanti. Gli infusi, con varie diluizioni, hanno molteplici utilizzi: combattono affezioni respiratorie come tosse, pertosse e bronchiti; hanno azione disinfettante delle vie urinarie (cistiti) e dell'intestino (aiutando a risolvere problemi come diarrea o meteorismo); sono indicati in caso di astenia, debolezza, ipotensione, perdita della memoria, ansia, insonnia, depressione, irritabilità nervosa. Combatte le afte, la piorrea e la stomatite; sotto forma di gargarismi è molto efficace per curare la faringite e la tonsillite.

Il timo viene molto usato in cucina si può usare nelle insalate, nella preparazione di zuppe, minestre, vellutate ma anche burger oltre che per aromatizzare le frittate, perfetto abbinamento poi con i fagioli (contribuisce tra l’altro a renderli più digeribili), piatti a base di pesce o carne. Per gli ortaggi invece si può utilizzare nella cottura di zucca (conferisce un aroma molto particolare al risotto alla zucca), patate, carote, pomodori, cipolle, melanzane, peperoni e funghi. Viene utilizzato soprattutto nelle marinate e con la cacciagione poichè si accompagna bene al brandy, al vino, all’aglio e alla cipolla. Indicato per carni e pesci grigliati, marinate e salse, ma deve essere cotto poco, utilizato anche per insaporire oli e aceti aromatici, per la Salsa Bernese e per l'Herbes de Provence.

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