DOP, IGP, STG, ecc.
I marchi di qualità sono certificazioni riconosciute, ai
prodotti agricoli ed alimentari, dalla Comunità Europea,
che vengono rilasciate da enti di certificazione
riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole.
Garantiscono al consumatore la provenienza originale del
prodotto e/o che il processo di produzione avvenga
secondo modalità legate a una tipicità territoriale, nel
rispetto del disciplinare che regola il marchio di
qualità.
L’Italia può vantare il primato, tra i Paesi dell'Unione
Europea, come numero di prodotti riconosciuti con la
qualifica di Denominazione d’Origine Protetta (DOP),
Indicazione Geografica Protetta (IGP) e Specialità
Tradizionale Garantita (STG)
marchi introdotti dal Consiglio europeo partire dal
1992, che tutelano i prodotti tipici, ma non sempre sono
sinonimo di qualità assoluta. Le caratteristiche
vincolanti per la certificazione non vietano materie
prime importate dall’estero o l’utilizzo di additivi
chimici.
Ci sono caratteristiche positive, e
altre negative. Tra le caratteristiche
positive ricordiamo la maggiore
produttività e la maggiore resistenza
alle malattie e alle aggressioni dei
parassiti. Queste sono caratteristiche
generiche, non presenti tutte
contemporaneamente. - See more at:
http://www.coltivarelorto.it/ART/0022art0003.html#sthash.bsUZxHdE.dpuf
Ci sono caratteristiche positive, e
altre negative. Tra le caratteristiche
positive ricordiamo la maggiore
produttività e la maggiore resistenza
alle malattie e alle aggressioni dei
parassiti. Queste sono caratteristiche
generiche, non presenti tutte
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Definizione delle indicazioni dei regimi di
qualità
previste dal Regolamento (UE) n.
1151/2012
DOP
Originario
di un luogo, regione o, in casi eccezionali,
di un paese determinati; la cui qualità o le
cui caratteristiche sono dovute
essenzialmente o esclusivamente ad un
particolare ambiente geografico ed ai suoi
intrinseci fattori naturali e umani; e le
cui fasi di produzione si svolgono nella
zona geografica delimitata.
IGP
Originario di un determinato luogo, regione
o paese; alla cui origine geografica sono
essenzialmente attribuibili una data
qualità; la reputazione o altre
caratteristiche; e la cui produzione si
svolge per almeno una delle sue fasi nella
zona geografica delimitata.
STG
Ottenuto con un metodo di produzione,
trasformazione o una composizione che
corrispondono a una pratica tradizionale per
tale prodotto o alimento; o ottenuto da
materie prime o ingredienti utilizzati
tradizionalmente. |
DOP denominazione d'origine protetta
La produzione, trasformazione ed elaborazione del
prodotto avviene in un'area geografica delimitata e
definita attenendosi a
rigide regole produttive, stabilite nel disciplinare di
produzione. Il formaggio "Pecorino Romano, è un prodotto
a marchio DOP e non IGP perché latte (materia prima) e
caseifici (trasformazione, produzione, stagionatura e
commercializzazione) provengono tutti dalla stessa area
geografica delimitata.
Il rispetto di tali
regole è garantito da uno specifico organismo di
controllo.
Le zone d’ombra, tuttavia, non mancano perchè nella
stessa categoria possiamo trovare disciplinari più o
meno rigidi, consorzi e organi di controllo più o meno
organizzati. Ad esempio:
Il disciplinare Dop del culatello di Zibello, salume di
Parma nella miscela di salagione prevede la presenza di
«sale, pepe intero e/o a pezzi ed aglio, possono
inoltre essere impiegati vino bianco secco,
nitrato di sodio e/o potassio nel rispetto dei rigorosi
termini di legge». La scelta sull’impiego di additivi
chimici è a discrezione dei produttori. Ergo esistono
due qualità di culatello di Zibello, ma entrambe sono
accomunate dallo stesso marchio Dop.
Il formaggio Bitto a Morbegno, Valtellina: la naturale
genuinità del tradizionale formaggio grasso d’alpeggio.
«È consentita per le lattifere un’integrazione
dell'alimentazione da pascolo, fissata nei limiti
massimi di 3 Kg di sostanza secca al giorno, con i
seguenti alimenti: mais, orzo, frumento, soia, melasso
in una quantità non superiore al 3 per cento». Se questo
escamotage aumenta l’apporto energetico, stimolando una
maggiore produzione delle lattifere, non è altrettanto
certo che la qualità del formaggio sia identica a quello
prodotto dalle vaccine alimentate esclusivamente sui
pascoli delle montagne.
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IGP
indicazione geografica protetta
Prevede norme meno stringenti rispetto alla DOP che
quindi porta ad avere un legame con il territorio molto
più blando e con disciplinari di produzione più
flessibili.
La qualità o un’altra caratteristica può essere
attribuita all'origine geografica, quindi la produzione
e/o trasformazione e/o elaborazione dei prodotti avviene
in un'area geografica determinata e definita.
Per ottenere la IGP quindi,
almeno una fase del processo produttivo
deve avvenire in una particolare area, ma viene
dato più peso alle tecniche di produzione rispetto al
vincolo territoriale e all’origine delle materie prime.
Anche chi produce IGP deve attenersi alle regole
produttive stabilite nel disciplinare di produzione, e
il rispetto di tali regole è garantito da uno specifico
organismo di controllo.
La "Bresaola della Valtellina" è un prodotto IGP e non
DOP perché, pur essendo ottenuta con i metodi di
produzione tradizionali e beneficiando, nel corso della
stagionatura, del clima particolarmente favorevole della
zona, è realizzata con carni di animali che non sono
allevati in Valtellina, infatti
è sufficiente che almeno una fase tra produzione,
trasformazione ed elaborazione avvenga all’interno di
una determina area geografica. Capita così che le
materie prime provengano anche dall’estero. Infatti sui
disciplinari alla voce “Materia prima” si legge che è
«prodotto con cosce di suino disossate, rifilate con o
senza fesa», ma all’ultimo punto dell’articolo
successivo Metodo di elaborazione è riportato che «i
suini sono nati in allevamenti ubicati nei paesi
dell’Unione Europea».
STG specialità
tradizionale garantita
Questa certificazione è
meno restrittiva. sono prodotti la cui specificità non è
legata a un'area geografica delimitata ma alla
tradizione e quindi all'utilizzo di materie prime
tradizionali o a una composizione tradizionale o ad un
metodo di produzione e/o trasformazione tradizionali che
è l'unico requisito richiesto, ad esempio tortellini
alla bolognese.
BIO certifica la produzione biologica
Il marchio è disciplinato dal regolamento CE n. 834/2007
e smi, è un sistema globale di gestione sostenibile per
l’agricoltura basato sull’interazione tra l’adozione
delle migliori pratiche colturali in termini di impatto
ambientale; l’impiego responsabile dell’energia e delle
risorse naturali come l’acqua, il suolo, la materia
organica e l’aria; il mantenimento di un alto livello di
biodiversità; l’applicazione di criteri rigorosi in
materia di benessere degli animali.
A rigor di logica, un alimento biologico, prodotto
organico e a km zero, dovrebbe costare di meno: Niente
ricerca e sviluppo, niente pesticidi o sostanze
chimiche, niente additivi, poco trasporto, eppure così
non è: il Bio costa, ma non sono sicuro che dipenda solo
dalla resa inferiore e dai rischi delle avversità
naturali.
I consumatori che
comprano i prodotti che portano il logo europeo BIO
dovrebbero essere certi che almeno il 95% degli
ingredienti sono stati prodotti con metodo biologico;
Sul Bio avviene ogni
tipo di frode con le false
certificazioni
utilizzate per spacciare per naturale e adatto
all’agricoltura biologica e biodinamica fertilizzanti e
mangimi di dubbia provvenienza; mais, soia,
grano, colza, semi di girasole che diventano bio nel
varcare le frontiere,
La certificazione BIO è come le altre certificazioni:
paghi per certificarti…mica son scemi a non
certificarti, ma è vero anche il contrario: perché
devo pagare per aver riconosciuto il mio impegno e la
mia onestà?
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Ci sono caratteristiche positive, e
altre negative. Tra le caratteristiche
positive ricordiamo la maggiore
produttività e la maggiore resistenza
alle malattie e alle aggressioni dei
parassiti. Queste sono caratteristiche
generiche, non presenti tutte
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altre negative. Tra le caratteristiche
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parassiti. Queste sono caratteristiche
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LE CERTIFICAZIONE PER I VINI
VQPRD
sta ad indicare "vino di qualità prodotto
in regione determinata", nel senso che
la zona di origine della raccolta delle uve
per la produzione di quel determinato vino è
delimitata da una zona prestabilita dai
singoli disciplinari. E’ un acronimo della
legislazione UE,
che comprendente sia le DOCG, sia le
DOC.
D.O.C.G.
(Denominazione d’Origine Controllata e
garantita): sono i vini più pregiati, il
marchio garantisce l’origine, la qualità e
consente la numerazione delle bottiglie
prodotte. La legge impone che sulle
etichette ci siano le seguenti informazioni:
nome della regione da cui provengono i vini,
nome o ragione sociale dell’imbottigliatore
unitamente alla menzione del Comune e dello
Stato membro in cui l’imbottigliatore ha la
propria sede principale, volume nominale in
litri, centilitri o millilitri, titolo
alcolometrico effettivo e lotto di
produzione che identifichi il vino prodotto
o confezionato in condizioni identiche.
Sono esaminati da enologi ed enotecnici
durante l'imbottigliamento (mentre per la
DOC i controlli sono effettuati ogni 3
anni). Superata la prova vengono rilasciati
al produttore speciali sigilli in filigrana,
stampati dall'Istituto Poligrafico dello
Stato
D.O.C.
(Denominazione d’Origine controllata): sono
vini di qualità,
aventi già la I.G.T. da almeno 5 anni, che
oltre ad avere speciali pregi organolettici,
abbiano acquisito una particolare fama, sono
originari di zone limitate, il cui ciclo
produttivo deve essere conforme al
disciplinare di produzione. Prima di essere
commercializzati vengono controllati
qualitativamente dalle Commissioni di
degustazione che li sottopone ad analisi
chimico fisiche e organolettiche per
verificare la corrispondenza ai requisiti di
legge.
Alcuni vini DOC possono riportare in
etichetta
alcune indicazioni aggiuntive: "classico"
per i vini prodotti nella zona di più antica
tradizione (nell'ambito del territorio
delimitato dal disciplinare); "riserva"
se sottoposti ad un invecchiamento più lungo
del normale; "superiore" per vini con
caratteristiche migliori (grazie al buon
andamento climatico dell'annata che ha
permesso di raggiungere una concentrazione
zuccherina più alta e quindi una maggiore
gradazione alcolica).
I.G.T.
(Indicazione geografica tipica): questo
marchio rappresenta un riconoscimento di
qualità attribuito ai vini da tavola che non
hanno un disciplinare particolarmente
restrittivo e le aree di produzioni sono
abbastanza ampie. I vini I.G.T. dopo cinque
anni possono aspirare a diventare D.O.C. |
Per saperne di più
https://www.adieta.it/alimentazione/certificazioni-qualit-settore-agro-alimentare.html |