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ORTENSIA Famiglia: Hydrangeaceae Genere: Hydrangea comprende specie sia arbustive che rampicanti originarie e particolarmente diffuse nelle regioni orientali dell'Asia e dell'Himalaya, ma anche nelle Americhe.

Esistono circa 40 specie, L'ortensia più comunemente coltivata è Hydrangea macrophylla, conosciuta anche come H. hortensis, nome comune di 'ortensia dei fioristi'. Questa specie si distingue facilmente dalle altre per essere l'unica in cui il colore dei fiori varia a seconda del pH del terreno. Da questa specie sono state ottenute numerosissime varietà con fiori di diverse sfumature dal rosso, al rosa, al blu, al bianco che sbocciano dalla primavera all'estate.

Possiedono dei fusti robusti con foglie dentate o lobate; le foglie nella maggior parte delle specie sono opposte e tre per ogni nodo. I fiori sono riuniti in infiorescenze più o meno sferiche, il colore può andare dal bianco a diverse sfumature di rosso, rosa, malva, azzurro e violetto; in parte è determinato dal patrimonio genetico (alcune varietà sono solo rosse o rosa) ed in parte dipende dal tipo di terreno su cui crescono.

E’ una pianta antichissima, di cui si sono trovate tracce fossili collocabili in era terziaria ed in periodi successivi oligocene-miocene. Fu il francese Philibert de Commerson che nel 1771 battezzò alcuni esemplari provenienti dalle Indie Orientali in onore di Hortense de Nassau, figlia del principe di Nassau, appassionato botanico, che lo aveva accompagnato in una spedizione, di cui era innamorato, ma era la moglie del suo amico, quindi evitare di regalarla perchè, per il linguaggio dei fiori, richiama torbide situazioni.

L'ortensia è un arbusto perenne che si spoglia in inverno e riprende a vegetare in primavera, ai primi di marzo. Fiorisce in aprile. Nel periodo primaverile-estivo le annaffiature delle ortensie devono essere abbondanti e frequenti, in modo che il substrato sia sempre umido (ma non zuppo!). E' inoltre consigliabile nebulizzare spesso la chioma (con acqua non calcarea) per creare un ambiente umido congeniale alla pianta, ma un'eccessiva umidità può favorire lo sviluppo di muffe e parassiti.

L'ortensia è una pianta che asporta una grande quantità di Potassio, pertanto è consigliabile distribuire un concime che contenga un titolo alto in Potassio. Preferiscono un suolo acido, mentre viceversa soffrono se il pH supera i 7,5: in tal caso le foglie ingialliscono e si deve ricorrere all’aggiunta di ferro.

Il colore dei fiori dell'ortensia è influenzato dalla reazione del terreno. Le varietà a fiori rosa diventano azzurre se vengono coltivate in terreni acidi (ph 4,5) mentre le varietà a fiori azzurri diventano rosa in terreni alcalini (ph 7,5 e oltre). Nei valori intermedi (tra ph 4,5 e 7,5) il colore assumerà colorazioni intermedie dal blu intenso, al blu chiaro, all'azzurro, al rosa, al rosa intenso.

Suolo alcalino (ph 6-6,5) diventano rosa-rosse-lillà. , il modo più semplice per favorire la colorazione è con il carbonato di calcio che costituisce il 95% dei gusci delle uova di gallina, quindi basta sbriciolarli e aggiungerli al terreno, si può anche aggiungere all'acqua di irrigazione 1,5-3 grammi di calce spenta per litro. Il terreno si mantiene sufficientemente alcalino con l'utilizzo di un fertilizzante fortemente azotato.

Suolo neutro: blu e celesti;

Suolo acido (ph di 4,5-5) assumono una colorazione azzurro-violetta-bianco, per abbassare il pH (acidificare il terreno): possibile utilizzare i fondi di caffè e i liquidi naturali aggiungendo1 cucchiaio di aceto ogni litro d’acqua oppure il succo di mezzo limone o di arancia, o pomodoro, anche irrigazione con acqua piovana aiuta.

I prodotti acidificanti chimici sono a base di zolfo, anche il solfato di alluminio è un additivo molto usato nella coltivazione delle ortensie, tale sostanza è aggiunta al terreno in fase di fioritura, per acidificare il terreno e per aumentare l’intensità del colore dei fiori basterà bagnare le piante, d’estate, con una soluzione di circa 15 g di solfato di alluminio per 10 litri d’acqua, 3-4 volte per stagione.

Il principio di base è che le ortensie, in genere, non andrebbero potate del tutto, fatta eccezione per l’eliminazione di fiori e rami secchi, tagliando sopra la prima coppia di gemme e lo sfoltimento dei getti centrali più vecchi, allo scopo di dare più luce all’interno dell’arbusto.  La Hydrangea macrophylla, va potata con lo stesso metodo della Hydrangea serrata, specie dai fiori molto particolari e della Hydrangea quercifolia, l'ortensia a foglie di quercia. Infatti tutte queste specie fioriscono esclusivamente sui rami di un anno, cioè quelli sviluppatisi nella stagione vegetativa precedente.

Riepilogo potatura: L’ ortensia presenta una “falsa rifiorenza” dovuta al fatto che la prima fioritura avviene su gemme apicali portate dai rami dell’anno precedente, mentre una seconda si ha, prodotta dai rami che si sviluppano nell’anno. Se viene potata “corta” in maniera indiscriminata vengono asportati tutti i fiori della prima fioritura lasciando solo quelli della seconda quindi: ramo singolo che parte dalla base con gemma apicale si lascia, ramo con fiore in cima, si taglia sopra la prima coppia di gemme in basso, taglio obliquo; rami con tanti fiori toglierlo dalla base, ha già dato, ramo debole senza gemme via!

Gli steli giovani sono lisci, quelli vecchi hanno la corteccia che si sfoglia, vanno tagliati sopra uno stelo giovane che si genera dal vecchi o rimossi se hanno già prodotto molto.

All’inizio della primavera togliere le foglie vecchie alla base, rimuovendo vecchi pezzi di legno in decomposizione. Se gli steli giovani con gemma apicale fossero troppo lunghi, fare taglio di ritorno sopra una coppia di gemme più basse.

Queste tre specie formano le gemme fiorali all'apice dei rami di nuova vegetazione, a partire dalla tarda estate fino a metà autunno, per la fioritura dell'anno successivo: se le piante vengono potate in primavera oppure in autunno, dopo che le gemme fiorali si sono già formate, verrà asportata una gran parte di queste gemme, compromettendo perciò la successiva fioritura.

Una corretta potatura prevede un primo intervento da effettuarsi a tarda estate, non appena i fiori sono appassiti, consistente in una loro asportazione ed eliminazione. Assieme ad essi vanno rimossi i rami morti e quelli malati, per garantire alla pianta il miglior stato di salute possibile (questa seconda operazione può essere effettuata in ogni momento durante la stagione vegetativa).

A fine inverno, si effettua invece la potatura vera e propria in modo che i rami, le foglie e tutte le altre parti secche della pianta che poi andranno tagliati, proteggano dal freddo i rami più giovani, prima che si risvegli la vegetazione, nel periodo in cui le nuove gemme sono visibili per procedere con più sicurezza: i tagli verranno praticati sopra il duo di nuove gemme, le quali possono essere sia fogliari sia floreali.

Non si taglieranno i rami cresciuti nell'anno facilmente riconoscibili perchè presentano alla sommità una gemma.

Sulle piante che hanno oltre 5 anni il legno vecchio (3 o più anni) deve essere tagliato il più in basso possibile, anche fino alla base, mentre i rami di due anni, che hanno fiorito la stagione passata, vanno abbassati a metà o due terzi della loro lunghezza, sopra una o più gemme globose. Queste infatti sono le gemme a fiore, mentre quelle più appuntite produrranno esclusivamente foglie. I polloni di un anno che partono dalla base della pianta, non devono essere potati, perchè alla loro cima si formerà un'infiorescenza. Conviene inoltre eliminare tutti i rami deboli e quelli danneggiati, per concentrare tutte le risorse della pianta su un numero inferiore di gemme

 In caso di mancata potatura, come tutte le piante legnose, man mano tenderà a spogliarsi nella parte inferiore. Se il cespuglio non viene potato, la fioritura sarà magari massiccia ma i fiori saranno più piccoli e deboli.

1.  tutti i fiori secchi;

2.  Rimuovere i rami contorti fino a 2-3 centimetri dal livello del terreno;

3.  Potare alcune branche vecchie di due o più anni che presentano solo rami laterali;

4.  Rimuovere i rami che si intersecano per favorire la penetrazione della luce e dell’aria all’interno del cespuglio.

Le ortensie più comuni si propagano per talea, prelevarle in estate di 10-15 cm dai getti non fioriferi e piantarle in un miscuglio di sabbia e torba in serra fredda. Quando sono radicate, le si trapiantano in vasetti di 8 cm, con composta da vaso, facendole svernare in cassone freddo. In primavera si mettono in vivaio e solo in autunno vanno a dimora definitiva.

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