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LAVANDA

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Genere: Lavandula: comprende una quarantina di specie (nelle zone temperate ne comprende 28) e una decina di ibridi naturali. E' originaria dei Paesi del Mediterraneo. Gli Egizi e Fenici la adoperavano per profumare i defunti. I fiori secchi di lavanda erano disciolti dai Romani nell’acqua dei bagni pubblici, al fine di creare un piacevole aroma e aumentare l'effetto rilassante del bagno. Con la lavanda i Greci curavano l'insonnia, i dolori di schiena e profumavano le abitazioni riunendo i fiori in piccoli mazzolini.

Il nome generico "lavanda" è stato recepito letteralmente nella lingua italiana dal gerundio latino "lavare" (che deve essere lavato) allude al fatto che era molto utilizzata nell'antichità (soprattutto nel Medioevo) per detergere il corpo.

Sono piante perenni, sempreverdi di piccole dimensioni raggiungono al massimo un'altezza di un metro. Hanno una notevole resistenza; crescono spontaneamente in quei territori  caratterizzati da un elevato livello di aridità, zone particolarmente sassose con molto sole, poco vento. Le piante resistono fino a -20°C. quelle più pregiate sono quelle di montagna mentre il lavandino è meno pregiato, ma più produttivo, è indicato per zone fino ai 700 m. s.l.m. Le foglie sono lineari, strette, di un caratteristico colore verde-grigio, preferiscono terreni argillosi e si adattano bene ai terreni alcalini. Le infiorescenze, portate da lunghi steli, sono delle spighe. Ciascuna spiga contiene un numero variabile di fiori molto profumati e con aroma variabile a seconda della specie. Bisogna tagliare gli spicastri (steli con spiga) a 2-3 centimetri dalla loro base meglio all'inizio della fioritura, mentre per ricavarne il prodotto da distillare meglio all'inizio della sfioritura; andando a eliminare i fiori, impediamo alla pianta di produrre il suo seme, riducendo così la perdita eccessiva di energia. E’ una pianta ricca di proprietà benefiche riesce a svolgere azione repellente nei confronti degli afidi della rosa oltre ad allontanare anche le formiche.

Le principali specie sono:

v     La lavanda vera Lavandula angustifolia o L. officinalis (officinalis perchè possiede un blando potere curativo per l'insonnia) è conosciuta come lavanda inglese  molto più resistente al freddo rispetto alle altre specie, cresce dai 50 a oltre 1400 metri d'altezza. Molto simile alla spica, ma ha le foglie  più strette e di un verde più intenso, è di piccole dimensioni, per ogni gambo è privo di ramificazioni e ha un solo fiore portato su spighe lunghe fino a 6 cm di colore azzurro, molto profumati che si schiudono d'estate, è piccola e compatta, può raggiungere i 60 cm. Di questa specie esistono in commercio numerosissime varietà con i fiori variamente colorati dal rosso, al bianco, al blu. Ci vogliono circa 130 kg di fiori per ottenere 1 litro d'olio essenziale per distillazione, è la più diffusa.

v     La lavanda francese Lavandula dentata  i fiori sono simili per dimensioni, alla lavanda inglese, ma durano molto più a lungo e ha dei periodi di fioritura più lunghi, che inizia in primavera e continua a produrre fiori per tutta l’estate, ma hanno un aroma molto più leggero. E’ forma cespugli più grandi dell'inglese ed è più alta, raggiunge circa 60-90 cm, non è così comunemente coltivata, è più sensibile l freddo dell'inglese, anche se spesso pensiamo sia questa quando si vedono le fotografie  dei campi di lavanda in Francia.

v     Lavandula spica o latifoglia (che vuol dire a figlia larga e velutata) è una pianta a portamento eretto dalle dimensioni superiori alle altre e arriva anche ad un metro di altezza. Si tratta di una specie poco diffusa e di minor interesse perchè sprigiona un aroma poco intenso. Il suo olio presenta un  alto tasso di canfora per cui è utile per le produzioni industriali più che all'uso cosmetico.

I rami sono quadrangolari provvisti di foglie lineari di colore grigio-verde. I fiori  di colore violetto pallido si formano d'estate inoltrata, portati da delle infiorescenze terminali lunghe fino a 10 cm. Lo stelo e tutte le parti verdi della pianta sono ricoperte da una fitta peluria. Ci vogliono circa 40 kg di fiori per ottenere 1 litro d'olio essenziale.

v     Lavandula hybrida ibridi naturale e sterile di Lavandula officinalis e Lavandula spica cresce tra 0 e 800 metri d'altezza in tutto il mondo. Esistono numerosi tipi di ibridi, chiamati "Lavandini", maggiormente coltivati rispetto alle specie in quanto hanno degli alti rendimenti in oli essenziali perchè di maggiore sviluppo vegetativo e con steli ed infiorescenze molto più grandi. Si moltiplica per talee. La sua cultura è iniziata dagli anni 1950, ha un profumo molto meno tenue della lavanda fine e non può essere usata per le sue virtù medicinali. Il suo uso è industriale per profumare i prodotto per la pulizia e i detergenti.

v     Lavandula stoechas la stecade è la lavanda selvatica; prende il nome dalle isole stecadi (l'attuale arcipelago di Hyeres nel sud della Francia) tale Dioscoride la battezzò così nel 50 d.C. le foglie sono opposte, lineari o lineari-lanceolate, lunghe 1–3 cm, larghe pochi millimetri, lanceolate, strette e pelose, con margine ripiegato e nervatura principale pronunciata, bianco-tomentose su entrambe le pagine. All'ascella delle foglie sono inseriti ciuffi di foglie più piccole, i fiori sono riuniti in una vistosa e compatta infiorescenza a spiga, ovato-cilindrica, lunga 2–3 cm e sormontata da un gruppo di 2-3 brattee (foglia modificata vicino al fiore con scopi protetivi)  ben sviluppate, di colore viola, blu o purpureo. I fiori hanno un calice tomentoso, lungo circa mezzo millimetro o poco più. La corolla è di colore blu-violaceo lunga circa mezzo centimetro, con tubo terminante in 5 lobi quasi uguali e arrotondati. Questa varietà di Lavanda è indubbiamente la più profumata di tutte.  Il frutto è un achenio (frutto secco che contiene un solo seme) trigonale, questa specie è ricca di oli essenziali ad alto tasso di flavonoidi, è una pianta strettamente mediterranea, si trova in tutte le regioni costiere del Mediterraneo con l'eccezione della Libia, dell'Egitto e del versante adriatico della penisola italiana, è presente in Liguria e in tutte le regioni tirreniche. Pianta acidofila, si ritrova più in genere su suoli a matrice silicea a tessitura grossolana, meno frequentemente su quelli calcarei.

[dopo che mi sono seccate alcune piante dalle varie origini, nel settembre 2021 ho messo una lavanda francese, una di inglese e, nel 2023, una  selvatica]

Potatura della lavanda

La lavanda è una pianta che cresce rapidamente e lignifica nella parte bassa tendendo ad allungarsi e a spogliarsi. Se lasciata a sé stesse tende ad allungarsi, a sviluppare steli alti e nudi, e in pochi anni si trasforma in arbusto scomposto e aperto, che si discosta notevolmente dalla tradizionale forma a cuscino. Per evitare il verificarsi di questo spiacevole inconveniente, occorre potarla.

Quando termina la fioritura, dopo aver rimosso i fiori, bisogna eliminare tutti gli steli fioriferi e cimare le piante. Le piante un po' debilitate e poco compatte possono essere sottoposte ad una potatura più drastica, in modo da lasciare solo pochi cm di stelo avendo cura di lasciare circa un paio di coppie di gemme per stelo. In questo modo la pianta di lavanda crescerà più rigogliosa e rinvigorita stimolando lo sviluppo di nuovi germogli.

La lavanda va potata energicamente alla ripresa vegetativa, in marzo, bisogna tagliare in profondità anche di metà la chioma tagliando al di sopra di qualche foglia verde per essere sicuri di tagliare in legno vivo, che produrrà nuove foglie (altrimenti nel punto tagliato non rigetterà).

La “potatura di formazione” la più energica, va eseguita sopratutto nei primi anni di vita, per dare forma alla pianta, ma anche ogni qualvolta ce ne sia il bisogno, non deve avvenire a fine agosto e inizi settembre, ovvero dopo la fioritura, bensì, alla ripresa vegetativa nel mese di marzo e prevede l'eliminazione degli elementi seccati o dalla forma sgraziata; bisogna tagliare in profondità però non bisogna tagliare troppo in profondità nel legno vecchio là dove non esistono più gemme, altrimenti potrebbe morire.

La Lavanda si propaga per talea. Il prelevamento delle telee, va eseguito a fine estate in autunno o inizio primavera da una giovane pianta di 2 anni. vanno prelevate in genere talee erbacee, lunghe 12-15 cm, e sono messe in vivaio per il radicamento, facilitato dall'uso di sostanze ormonali.

Si eliminano le foglie nei primi centimetri inferiori e si tolgono anche le cime; questo per evitare le perdite superflue di acqua attraverso i tessuti. Si sistemano poi i rametti puliti distanziati di 8/10 cm, all'interno di una cassettina preparata in precedenza con terreno morbido composto da torba. Questa cassettina và posta fuori in una zona luminosa ma non colpita dal sole per tutto l'arco della giornata, cioè la classica zona di mezz'ombra. Le talee devono avere il terreno sempre umido ma non bagnato; l'ideale sarebbero delle nubulizzazioni giornaliere; così facendo, dopo 3 settimane circa, già potrebbero essere radicate e pronte per essere trapiantate. Le nuove piantine di lavanda si pianteranno nella primavera successiva.

Secondo la tradizione bisognerebbe cogliere i fiori di lavanda nel periodo del solstizio d'estate, in realtà si raccolgono in epoche diverse a seconda del loro utilizzo: per uso erboristico si raccolgono all'inizio della fioritura mentre per l'industria cosmetica e per la profumeria nel periodo di massima fioritura. Si raccoglie l'infiorescenza con tutto il fusto, si fanno seccare in mazzi appesi a testa in giù, in luoghi ventilati ed ombrosi in quanto il sole scolorirebbe i fiori. Quando sono secchi si separa la spiga dal gambo e si conservano i fiori o in sacchetti di tela o in ciotole per profumare la casa.

I fiori della Lavanda mantengono a lungo il loro profumo tanto che vengono normalmente conservati in sacchetti di mussola o tela per profumare la biancheria. I fiori freschi vengono invece utilizzati per estrarre gli oli essenziali.

Si credeva che grazie al suo profumo di Lavanda la Dea Venere potesse attirare gli uomini mettendo in atto degli incantesimi d’amore

Diffusa è anche la leggenda che associa la Fata Lavandula alla nascita della Lavanda in Provenza, dove oggi si trovano campi sconfinati di questa pianta. Si racconta che la fata dai capelli biondi e gli occhi blu un giorno si mise a cercare un posto dove andare a vivere sfogliando un libro di paesaggi. Alla vista delle povere terre incolte della Provenza cominciò a piangere macchiando di blu la pagina. Da allora in quelle zone deserte iniziarono a nascere ampie distese di Lavanda

Il principale parassita che aggredisce la lavanda è il fungo Septoria. Molto dannoso perché aggredisce le foglie presenti alla base, la sua aggressione si nota per la presenza di macchie chiare. La cura consiste nell’eliminazione delle foglie infette, nell’arieggiare l’ambiente in cui la pianta si trova e far calare il livello di umidità il più possibile. Fatto ciò, se il parassita persiste nella sua proliferazione, è necessario acquistare presso negozi specializzati dei prodotti fungicidi e applicarli sulla pianta secondo le istruzioni riportate nella confezione.

Fra gli INSETTI possono arrecare danni alla parte aerea alcuni ditteri tra cui Resseliella lavandulae (moscerino della lavanda), il coleottero Arima marginata ed alcuni lepidotteri (Heliothis peltigera, Alucita tetradactyla ecc.) mente è molto apprezzata da api e bombi.