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“Se le api si estinguessero, all’uomo resterebbero quattro anni di vita.” Albert Einstein
Coccinelle ape - bombo - vespa - calabrone - sirfide
Farfalle e falene Formiche Eupholidoptera chabrieri
Oedemera nobilis Lamia textor Larve di maggiolino
Pyrrhocoris apterus cimice assassina Chrysomela populi
Lilioceris lilii

Cimice verde Nezara viridula e cimice asiatica

In seguito all’impiego eccessivo di prodotti chimici antiparassitari, l’equilibrio biologico fra una specie dannosa e i suoi nemici naturali può essere compromesso profondamente.

Molti insetti come le coccinelle che sono coleotteri (Phylum Artropodi) o i lombrichi, che sono anellidi (phylum Anellida), sono i benvenuti nell’orto altri frequentatori sono particolarmente fastidiosi.

I danni alle coltivazioni sono dati dagli insetti fitofagi, che si nutrono delle piante o di loro parti.

Una funzione importante la svolgono gli insetti entomofagi, cioè quelli che si nutrono di altri insetti.

I principali insetti entomofagi appartengono all’ordine dei: Coleotteri, Ditteri e Neurotteri.

I Coleotteri costituiscono il più grande ordine tra tutti gli organismi viventi sul pianeta, vegetali compresi; rappresentano, con più di 350.000 specie stimate, il 40% di tutti gli Insetti viventi.

Le uova sono minuscole ma possono essere vivacemente colorate. Vengono deposte in ammassi, in numero variabile da alcune dozzine ad alcune migliaia per femmina. Le larve che emergono dall’uovo vivono all’aperto, entro materie organiche (legno, erbe, escrementi) o sottoterra. Il periodo larvale in alcune specie dura parecchi anni.

Al termine del periodo larvale, le larve si impupano e dopo qualche giorno dalla pupa emerge l’adulto, la cui vita può durare poche settimane o diversi anni secondo le specie.

Gli adulti possono essere predatori e uccidere altri insetti o fitofagi (si nutrono di piante), saprofagi (si nutrono di materiale vegetale in decomposizione), coprofagi (si nutrono di escrementi). Il coleottero più utile in agricoltura è la coccinella. Altri sono dannosi, ad esempio il maggiolino a causa delle sue larve che si nutrono di radici, i tarli, le termiti ecc.

L’ordine dei lepidoptera comprende le farfalle, secondo come numero di specie solo ai coleotteri. Durante la loro vita cambiano radicalmente la struttura del corpo e le abitudini alimentari. Il loro ciclo vitale é caratterizzato da 4 stadi: uovo, larva (o bruco), pupa (o crisalide) ed infine la forma adulta (o imago).

La femmina depone le uova su un vegetale adatto e dopo un certo tempo le uova schiudono e nasce una larva priva di ali e incapace di volare, che si muove grazie a tre paia di zampe toraciche e alle pseudozampe addominali. Il rivestimento della larva non si accresce e quindi deve essere cambiato periodicamente per 3-5 volte (mute). Dopo aver raggiunto il suo massimo sviluppo, la larva matura smette di nutrirsi e cerca un luogo adatto dove trasformarsi in pupa, sotto una foglia, su un ramo o a terra. Con la seta la larva si costruisce supporti con cui attaccarsi al substrato.

Quando la sua cuticola si lacera fuoriesce la crisalide o pupa. I lepidotteri sono quasi tutti fitofagi sia allo stadio larvale che da adulti.

 L’ordine dei orthoptera comprende Grilli, Cavallette, Gli ortotteri sono noti per emettere caratteristici suoni mediante un apparato stridulante: i suoni vengono prodotti dallo sfregamento tra le nervature delle ali o per sfregamento delle ali contro i femori posteriori.

Uno dei fenomeno più interessanti e piuttosto diffuso di quest’ordine di insetti, é quello del gregarismo che porta alla formazione di orde migratrici costituite da un numero sterminato di individui. Hanno un’enorme importanza dal punto di vista agrario in quanto possono attaccare e distruggere intere coltivazioni, ma altrettanta importanza come fonte straordinaria di proteine alimentari per alcune popolazioni.

L'ordine dei Ditteri formato da oltre 6000 specie, Al sottordine dei Nematoceri, appartengono i Ditteri più primitivi; comunemente noti come zanzare; a quello dei Brachiceri i Ditteri più evoluti (mosche, tafani). Le larve, tipicamente cieche, vivono nei più disparati ambienti: nel terreno, nell’acqua, nei materiali in decomposizione, nei nidi di insetti sociali e, infine, all’interno di altri organismi (parassitismo); meno frequente é invece la vita libera all’aperto. Gli adulti sono generalmente ottimi volatori.

Il regime alimentare degli adulti è riconducibili ad una dieta liquida. L’assunzione avviene per aspirazione nei ditteri ad apparato boccale succhiante o perforante-succhiante. 

Gli imenotteri che raggruppano circa 120.000 specie diffuse in tutto il mondo, la più nota delle quali è l'ape domestica da miele Apis mellifera, ma anche formica, calabrone e vespa. Le larve di molte delle sue specie sono predatrici di insetti fitofagi, in particolare degli Afidi. hanno un comportamento sociale, considerate le più evolute tra gli insetti.

Dei Neurotteri se ne conoscono oltre 4500 specie di cui circa 200 diffuse nel nostro Paese. Hanno l corpo simile alle libellule, presentano un tegumento piuttosto molle; il corpo, di colore verdognolo o bruno, è sottile e allungato. Il capo porta antenne generalmente sottili e lunghe, occhi composti ben sviluppati. L'apparato boccale è masticatore. Le ali sono membranose, trasparenti e dotate, in genere, di molte nervature (da cui il nome "neuron"); Le larve sono tipicamente carnivore, Gli adulti sono prevalentemente predatori, molti si nutrono di insetti fitofagi per cui sono considerati utili; sono diffusi in ambienti diversi; le larve sono per lo più terrestri, meno comunemente acquatiche; gli adulti hanno generalmente abitudini crepuscolari o notturne.

Gli Afidi o pidocchi delle piante sono una superfamiglia di insetti compresi nell'ordine Rhynchota hanno un corpo tozzo e di piccole dimensioni, con capo e torace generalmente più piccoli dell'addome; L'apparato boccale è di tipo pungente-succhiante, con rostro. Gli afidi rientrano tra gli insetti fitofagi più conosciuti per gli ingenti danni causati alle coltivazioni. Il loro potenziale riproduttivo è così alto che le loro popolazioni raggiungono in breve tempo livelli tali da causare il deperimento dell'ospite attaccato, sono spesso vettori di virus fitopatogeni.

I Lombrichi sono anellidi e sono animali più antichi, rispetto agli insetti, anche se ne sono i progenitori. Gli insetti, infatti, si sono evoluti da organismi simili agli attuali lombrichi, ma adesso sono tutta un'altra cosa.

I bruchi, che sono lo stadio precedente alla farfalla, o i vermi bianchi, che si possono trovare nella carne andata a male, sono insetti, ma in una fase particolare, ovvero sono larve prima della “metamorfosi” che le trasformerà allo stadio adulto.

I lombrichi contribuiscono ai processi di decomposizione, e favoriscono la stabilizzazione della sostanza organica del suolo.

 

La coccinella (Phylum Artropodi, classe Insetti, ordine Coleotteri) è un insetto entomofago tra i più voraci e tra i più apprezzati in orticoltura biologica.Sia le larve di dimensioni da1 a 20 mm, cioè un pò più grande della forma definitiva [foto a destra], che gli adulti sono predatori di afidi o altri insetti di piccole dimensioni. La presenza delle coccinelle tiene lontani moltissimi parassiti dai principali ortaggi come pomodori, fagioli; ne bastano poche per proteggere un orto di qualche decina di metri quadrati.

Esistono coccinelle con varietà di numeri di punti, a partire da due soli (Adalia bipunctata) alla Coccinella septempunctata detta coccinella dai sette punti che ha delle macchie bianche sulla testa, che è quella che ho fotografato mentre "passeggiava" su un pesco. Anche i colori possono essere diversi dal classico rosso e nero, ad esempio il giallo e nero della Psyllobora vigintiduopunctata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non è facile vederle, ma sulle cortecce o sulle foglie si possono trovare le uova.

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ape - bombo - vespa - calabrone

 

Questo gruppo di "personaggi" è importantissimo per l'impollinazione, purtroppo alcuni sono aggressivi soprattutto se si sentono minacciati anche solo dalla presenza dell'uomo o da altri esseri viventi. Quindi, non sono da disturbare e che facciano il loro "lavoro" che noi abbiamo solo che da guadagnarci.

 

Come distinguere un’ape, un bombo, una vespa, un calabrone?

Le api hanno il corpo tondeggiante di colore giallo-arancione e marrone-nero. I bombi sono più tozzi e più grandi, con le bande della livrea gialle e nere più larghe, oltre alla caratteristica peluria. La vespa e il calabrone hanno una vita sottile che separa la parte del torace dall’addome, le prime sono più piccole, i secondi grandi. Appartengono tutti alla Classe Insetti, Ordine Imenotteri.

L'ape Apis mellifera famiglia Apidae che comprende 27 specie diffusa in tutti i continenti ad esclusione delle zone artiche ed antartiche, è l’unica conosciuta in Europa. Come tutti gli insetti, le api hanno sei zampe e il loro corpo è diviso in tre parti: capo, torace ed addome. hanno un ruolo diretto nella produzione del miele, ed un ruolo indiretto nella impollinazione.

Il bombo Bombus terrestris (il genere Bombus comprende oltre 250 specie) famiglia Apidae è spesso scambiato per il calabrone che però e glabro a differenza del bombo che è peloso, di carattere molto mite, punge solamente se costretto, è di dimensioni piú grandi rispetto all’ape, ha una ligula o “proboscide” molto piú lunga di quella dell’ape e costruisce nidi sotto terra. L’insetto si caratterizza per la colorazione bianca dell’ultimo segmento dell’addome; ha un corpo peloso e tozzo, grazie al quale è capace di trasportare grandi quantità di polline quindi è molto importante per l’impollinazione.

Le vespe Vespula vulgaris famiglia Vespidae le femmine sono dotate di un aculeo velenoso che utilizzano esclusivamente per difesa, lo stiletto (parte dell’aculeo) delle vespe è liscio, per cui entra ed esce con facilità dalla ferita.

come molti altri insetti la vespa costruisce il nido d'estate, poi tra ottobre e novembre o a volte anche prima muore, ma non prima di aver depositato le uova nel nido, così tra aprile e marzo si aprono le uova e nascono le nuove vespe. I nidi possono essere più o meno complessi e sempre costituiti di un materiale simile al cartone che viene creato impastando del legno con la saliva. Sono posti a seconda della specie su rami, rocce, nelle cavità dei tronchi oppure sottoterra o ancora in manufatti antropici come camini, sottotetti, l'interno delle travi di metallo, verande, serre, vetture abbandonate ecc. e sono divisi in cellette esagonali con apertura inferiore o laterale. Il numero di componenti di una società può andare da alcune decine a più di 100.000 individui come nel caso di certe specie tropicali.

Il calabrone Vespa crabro famiglia Vespidae è il tipo di vespa più aggressivo è il più grande vespide europeo: le femmine possono raggiungere e superare i 5 cm di lunghezza.

 I nidi di calabrone sono delle costruzioni coniche con il vertice in basso realizzate con frammenti di legno e saliva e possono raggiungere dimensioni notevoli (base 25 cm altezza 70 cm). Ospitano colonie di alcune decine di individui tra cui la regina che depone e si occupa delle uova e le vespe operaie che fanno tutto il resto. Anche Le colonie di calabroni non sopravvivono all'inverno, e spesso nemmeno all'autunno, Le operaie, la vecchia regina ed i maschi moriranno sopravvivono solo le future fondatrici (le femmine accoppiate), che una volta fecondate si nascondo al sicuro nei sottotetti o nelle cavità degli alberi e alla primavera successiva fonderanno una nuova colonia.

Il calabrone europeo è un grande predatore di api ma deve essere temuto anche dall’uomo. A differenza di altri insetti pungenti, api, bombi, vespe e calabroni utilizzano il pungiglione quale arma di difesa quando percepiscono un pericolo per sé o per la loro colonia, mentre altri insetti pungenti comuni, come zanzare e pulci, lo utilizzano per nutrirsi di sangue. Lo scopo della puntura di tali insetti è quindi provocare dolore, al contrario delle punture degli insetti che pungono per ottenere sangue, che sono al contrario, il più possibile indolori grazie all’anestetico che iniettano, in modo da lasciare all’insetto il tempo di suggere il sangue in tranquillità. Ecco perché una puntura di ape è subito fastidiosa, mentre una puntura di zanzara è fastidiosa solo dopo qualche minuto, quando la zanzara ha già ottenuto il sangue e l’effetto dell’anestetico è terminato.

immagine non mia

la Vespula vulgaris insieme alla la Vespula germanica sono le più comuni sono varietà di vespe scavatrici sono pericolose perché, se disturbate, diventano aggressive, Le vespule germaniche vivono in colonie che possono raggiungere le migliaia di individui, Amano i terreni asciutti e scavano i nidi ovunque nel terreno, particolarmente in luoghi riparati, anche in prossimità di edifici. La vespula vulgaris, oltre a scavare nidi sotterranei, talvolta può essere trovata anche fuori terra.

le vespe di terra Si trovano dappertutto e sono attive di giorno. Si notano di più nei mesi di agosto e settembre, quando aggrediscono tutte le fonti proteiche, comprese le immondizie ed i resti di carne e pesce perchè sono principalmente carnivore e alimentano le proprie larve con insetti che catturano e rinchiudono nel favo assieme alle uova, in modo che le larve se ne possano nutrire. Da questo punto di vista, la vespa possa essere considerata utile alla lotta contro gli insetti, però amano in modo particolare le fonti zuccherine, come la frutta provocando danni sensibili quindi la rendono sostanzialmente un animale indesiderato e nocivo e nelle coltivazioni.

La distruzione dei nidi va posta in atto solo se si è molto consapevoli dei rischi che si corrono, soprattutto occorre proteggersi adeguatamente con vestiario pesante, guanti, occhiali e cappelli, ed occorre essere agili e veloci.

E' sempre preferibile operare di notte, quando le vespe sono tutte nel nido e le loro reazioni sono più lente. Attaccando un nido di giorno non risolvereste il problema, perché le vespe sono tutte fuori indaffarate a procurarsi il bottino. Contrassegnare di giorno il nido con una canna infissa nel terreno a poca distanza (ovviamente, senza danneggiare il nido) per non usare fonti luminose. Il metodo principe, usato nelle zone rurali, consiste nel versare nel buco di ingresso un litro di nafta o gasolio. Non occorre dare fuoco, le vespe muoiono lo stesso. Altrimenti usale l'ammoniaca è molto meno inquinante della nafta. Versane un litro in ogni buco.

Si possono anche predisporre delle trappole artigianali. Queste si realizzano con dei contenitori appesi, in modo che siano fuori portata dei bambini. In questi contenitori mettete qualche residuo alimentare, come per esempio tonno o scarti di pesce, mescolato con un cucchiaino di insetticida inodore. Le vespe operaie porteranno il cibo avvelenato nel nido, provocando la morte delle larve.

Tra le vespe l'ultimo arrivato è la vespa velutina o calabrone asiatico, introdotta accidentalmente in Francia nel 2004, ha colonizzato in poco tempo altri Paesi, compresi Spagna, Portogallo e Italia. E’ una specie aliene, cioè introdotta dall’uomo da un altro ecosistema, sono piuttosto aggressivi nei confronti dell’uomo, soltanto le femmine di vespa velutina sono dotate di pungiglione, col quale possono iniettare una discreta quantità di veleno nelle vittime. Il pericolo principale è rappresentato dalle punture ripetute, la minaccia principale resta tuttavia per le api, le loro prede preferite

La sottospecie diffusasi in Europa è la Vespa velutina nigrithorax nota come calabrone dalle zampe gialle. È un imenottero più piccolo rispetto al calabrone europeo, dato che raggiunge al massimo i 3 centimetri di lunghezza contro i 5 centimetri della specie nostrana, se visti dall’alto sono neri.

Poi c’è la Sirfide (Syrphidae oltre 6000 specie) dell'Ordine dei Ditteri Come le mosche e le zanzare, praticamente è una mosca che sfrutta una tecnica chiamata mimetismo batesiano: ha i colori di insetti "pericolosi" per sembrare una minaccia, ma in realtà è del tutto innocua.

 

Farfalle e falenee

Quando si è in campagna con una macchina fotografica (anche solo lo smatphone, ma se posso porto il 55mm macro che è troppo libidinoso) tra gli altri esseri viventi che si ha il piacere di incontrare, ci sono le farfalle e allora qualche scatto lo si fa sempre.  Le farfalle e le falene sono insetti che appartengono all'ordine dei lepidotteri.

La distinzione tra farfalle e falene non risponde a una classificazione scientifica tassonomica ma deriva dall'uso comune. Le farfalle hanno abitudini generalmente diurne e hanno antenne clavate, a differenza di quelle delle falene che hanno abitudini generalmente notturne e le antenne possono avere diverse forme e chiudono le ali a libro in posizione di riposo.

Sono quattro le principali fasi di un ciclo vitale di una farfalla:

Uovo: questa è una delle fasi di maggiore vulnerabilità. Una volta uscito, il bruco generalmente mangia il guscio vuoto dell'uovo. Ciò gli fornisce l'alimentazione necessaria alla sopravvivenza fino al momento in cui sarà riuscito a individuare la sua pianta ospite;

Bruco: il bruco sceglie uno stelo adatto e tesse un cuscinetto di seta, al quale attacca la coda. Poi si avvolge dello stesso materiale;

Pupa o crisalide: poco prima dello sfarfallamento L'involucro della pupa si fende e la farfalla comincia faticosamente a uscire, quando è completamente uscita, la farfalla emette dall'estremità dell'addome un liquido, detto meconio, contenente i prodotti di rifiuto accumulati durante lo stadio pupale;

Adulto: la farfalla completamente sviluppata ha un tipo di vita totalmente differente da quella del bruco: mentre questo si nutre di foglie per crescere, la farfalla passa il tempo a succhiare il nettare dei fiori e ad accoppiarsi.

Le farfalle vivono in media un mese, ma alcune specie muoiono solo dopo poche ore, mentre altre sfiorano l'anno di vita. 

 

La Timandra comae è una falena della famiglia Geometridae, bivoltina presenta cioè 2 generazioni all'anno, le due generazioni vanno da maggio a luglio e ad agosto e settembre. Vola prevalentemente di notte ed è attratta dalle luci artificiali. La larva è grigio-marrone con macchie scure sul dorso e si nutrono di piante a crescita bassa come Rumex acetosa e Atriplex.

 

 

 

...e ora cominciano i primi problemi...

 

Formiche. Il lato positivo della presenza di formiche è che scavano nel terreno, arieggiandolo; mangiano alcuni insetti che possono essere nocivi per le piantine, soprattutto quando sono larve; girando per l’orto possono contribuire a impollinare i fiori.

Il problema causato dalle formiche è che portano via completamente le sementi durante una notte, possono quindi rovinare completamente una semina effettuata in pieno campo, sono anche estremamente prolifici per cui, spesso, il loro numero le fa diventare dannose per molti tipi di coltivazione perchè vanno a "rosicchiare" i frutti.

Ma c'è di più e di peggio: le formiche sono golosissime della linfa prodotta dagli afidi, la melata e in cambio proteggono le loro uova dagli attacchi esterni e dai possibili predatori, quindi creano dei veri e propri allevamenti di insetti terribilmente nocivi per le piante. 

In sostanza, gli afidi – grazie alla loro piccola bocca pungente - succhiano la linfa delle parti più tenere delle piante e la trasformano in melata, una sorta di liquido gelatinoso zuccherino molto apprezzato dalle formiche. Inoltre, durante il periodo invernali, gli afidi nascondono le loro uova nel formicaio in attesa dell’arrivo della primavera, quindi gli afidi producono lo zucchero di cui si nutrono le formiche e loro – in cambio – proteggono le uova degli afidi dagli attacchi esterni e dai possibili predatori. Senza usare metodi cruenti, si può, dopo aver vangato, lavorare il terreno per una decina di centimetri con una zappa e un rastrello sperando che spostino l’apertura del nido.

Per dissuadere le formiche dal venire a raccogliere o predare nelle zone coltivate, si possono usare essenze naturali dal forte potere repellente nei loro confronti:

l'aceto puro, da spruzzare attorno ai fusti delle piante o attorno alle aiuole da proteggere magari aggiungendo un pò di pepe nero.

Il bergamotto è una essenza repellente per moltissimi insetti: usare l'olio di bergamotto da diluire in ragione di 10 gocce per litro di acqua, oppure bergamotti freschi, da macerarne 500 grammi tagliati in pezzi conservando la buccia in 10 litri di acqua per dieci giorni, poi filtrala e spruzzarla sul terreno.

I macerati più potenti in funzione repellente contro le formiche, sono quelli a base di ortica e di menta.

Anche una siepe di menta può essere utile.… e poi c’è sempre il vecchio metodo della cenere e dei fondi di caffè (che forse sono più efficaci della cenere).

Nelle foto le formiche che allevano le uova di afidi sulle foglie di un noce.

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Eupholidoptera chabrieri

Eupholidoptera chabrieri, l'unica specie di questo genere segnalata di Piemonte appartiene alla famiglia Tettigoniidae è considerata una cavalletta, l'esemplare fotografato è un maschio ... grazie agli amici del gruppo FB "Insetti e altri artropodi- un fantastico mondo da scoprire." per la grande precisione nel riconoscimento delle specie presenti su questa pagina.

Cavalletta è un nome "volgare" per cui si presta ad ambiguità perchè vengono denominate cavallette sia il modello "locusta" (celiferi) sia quello "cavalletta verde"; che in pratica, come questo, sono "grilli".

La dieta delle tettigoniidi include fogliefioricorteccia e semi, ma molte specie sono predatrici, nutrendosi di altri insetti, di lumache o addirittura di piccoli vertebrati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Oedemera nobilis

artopodo della classe insetti ordine coleotteri, il maschio, come nella maggior parte delle specie di Oedemera, possiede i femori posteriori molto gonfi, mentre nella femmina i femori sono sottili; le elitre (ali anteriori indurite) sono fortemente ristrette verso gli apici, non nascondendo le ali posteriori membranose. È verde brillante, spesso con riflessi dorati o ramati;alcuni individui sono blu o violacei. questi insetti possono vivere in ambienti diversi, come sotto grosse pietre, o sotto le foglie in decomposizione, o in prati molto asciutti come granai; in quanto essi evitano la disidratazione dell'animale. Gli adulti sono floricoli, frequentano principalmente Asteraceae, Rosaceae, Convolvulacea e Apiaceae e si nutrono non solo il polline e nettare, ma anche parti del fiore stesso. Le larve si nutrono di legno in decomposizione. Attivi da aprile a agosto. Volo, poco frequente e mai protratto a lungo.

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Lamia textor

È un grande coleottero (da 15 a 32 mm) xilofago (allo stato larvale o adulto, mangiano i rami, i tronchi o le radici di alberi morti o vivi), della famiglia dei Cerambycidae, è una specie rara o addirittura estinta in molti paesi europei, si muove lentamente sugli alberi, a volte più velocemente sul terreno e cammina molto più di quanto non voli.

 

 

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Larve di maggiolino (Melolontha melolontha) che è un coleottero, della famiglia degli scarabei Le larve sono lunghe anche 5 centimetri e con un diametro di circa un centimetro. Da adulto diventa grosso, vola poco e fa pochi danni alle piante, ma quando è larva è davvero un disastro, distrugge le radici di tutte le piante sia ortive che ornamentali. E’ difficile da combattere. Il maggiolino compie il ciclo vitale in 3-4 anni, quindi significa che le larve continuano a mangiare radici (estate-autunno) per almeno 3 anni prima di diventare adulte!

La larva di maggiolino è molto simile alla larva della cetonia (Cetonia aurata). che, dopo l'accoppiamento le femmine depongono gruppi di uova (fino a 40) nella sostanza organica in decomposizione; amano particolarmente i cumuli di compost. Le larve possono impiegare da 3 a 12 mesi per completare il proprio sviluppo, a seconda del substrato nutritivo e della temperatura. Le larve della Cetonia aurata mangiano solo detriti organici e non si cibano di radici e svolge, le stesse funzioni dei lombrichi, però questo insetto da adulto ama visitare i fiori di diverse piante (rose, peonie, camelie, ecc.) divorandone stami, pistilli e petali e arrecando danni anche ai frutti. E' possibile distinguerle: se le zampette della zona toracica sono piccole e atrofizzate ci troviamo di fronte a una larva di cetonia e si potrebbe lasciarla scorrazzare, mentre se le zampe sono ben sviluppate è una larva di maggiolino e bisogna eliminarlo senza pietà (purtroppo) perchè ci distruggono le radici delle piante!

Appurato contro chi dobbiamo combattere (la larva di maggiolino), la procedura più efficace è procedere alla rimozione manuale. La lotta biologica andrebbe fatta col fungo imperfetto Beauveria brongniartii Sacc. (Petch), ma i risultati non sono garantiti. Invece sembrerebbero molto efficaci nel caso di infestazione in fioriere i nematodi entomopatogeni che sono piccoli organismi vermiformi che vivono nel terreno a spese di larve di insetti. Le specie più importanti appartengono ai generi Steinernema ed Heterorhabditis che penetrano le loro vittime attraverso le aperture del corpo od anche attivamente attraverso l’esoscheletro. Una volta dentro l’ospite, il nematode rilascia dei microrganismi simbionti che moltiplicandosi provocano la morte dell’insetto in 24-72 ore. Gli insetti uccisi diventano giallo-marroni, o rossastri a seconda della specie. L’attività dei microrganismi trasforma l’interno dell’insetto in un substrato ideale per la riproduzione del nematode il quale compie uno o due cicli riproduttivi, sino a produrre altre migliaia di larve infettive che abbandonano il cadavere ormai putrefatto dell’insetto, in cerca di nuovi ospiti.

I nematodi oltre ad essere molto efficaci nel controllo di diverse importanti specie di insetti dannosi alle colture, sono del tutto innocui per le specie non target ed per gli animali superiori, costituendo così un importante gruppo di agenti di controllo biologico, molto utili, versatili ed in grande sviluppo applicativo. Si acquistano sotto forma di polvere da sciogliere in acqua.

La soluzione ideale per i terreni infestati è lasciare scorazzare, dopo aver ben smosso la terre, una squadra di galline…

Il Maggiolino (Melolontha melolontha) è un Coleottero Gli adulti (circa 20-30 mm di lunghezza) sono allungati di color rosso-brunastro e torace scuro (bruno-nerastro); la parte terminale dell'addome di forma triangolare, con il vertice appuntito verso la parte distale e ricurvo verso il basso, gli adulti sfarfallano in primavera, specialmente a maggio. Solo nel caso di gravi infestazioni, possono provocare danni alle piante  perché si nutrono delle foglie; il danno grave lo possono arrecare le larve come descritto sopra.     Immagine non mia

La Cetonia dorata (Cetonia aurata L.) conosciuto anche come “maggiolino verde” è uno Scarabeide con adulti (circa 15-20 mm di lunghezza) che hanno una vistosa livrea verde-dorato brillante (in alcune varietà bluastra) e con riflessi metallici. Sono insetti a ciclo annuale, svernano come larva matura, oppure come adulti; compaiono in aprile-maggio, in corrispondenza della fioritura. Il danno, si manifesta sui fiori (soprattutto sulle varietà a fiore bianco) l'attacco provoca la caduta dei petali ed una più veloce necrosi delle strutture fiorali, ma ho scoperto che non si limita a ciò, infatti causa il marciume di molti frutti, in particolare le prugne. Sembra che l’unica lotta sia rimuoverla manualmente al mattino presto che è ancora intorpidita dal freddo notturno, usare un insetticida rischierebbe di eliminare i molti insetti utili.                           Immagine non mia

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Pyrrhocoris apterus

nelle due foto una ninfa (stato intermedio) di Pyrrhocoris apterus chiamata cimice rosso nera o anche carabiniere, è un insetto appartenente alla famiglia Pyrrhocoridae, di forma ovale e piana è particolarmente riconoscibile dal suo colore rosso acceso e dalle forme geometriche nere distribuite sul suo corpo.

Grazie al rostro la cimice rosso nera si ciba principalmente di linfa e di semi di piante. Le sue preferite sono le Malvaceae e i tigli, ma non disdegnano i noccioli, le querce, gli oleandri e gli ibiscus (infatti l'ho fotografata proprio su un ibisco) Può anche nutrirsi di altri animali (zoofago) e di carogne (necrofago); infatti, può succhiare l'emolinfa di queste ultime.

 

 

 

 

 

 

 

Stato adulto.

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Chrysomela populi  Famiglia: Chrysomelidae Si tratta di un insetto presente nella maggior parte dell’Europa se presente in percentuali elevate, può provocare dei danni, sia allo stadio adulto che di larva, in quanto entrambi gli stadi sono defogliatori. Gli adulti mangiano il lembo in modo irregolare, smarginandolo e bucherellandolo; le larve dapprima (larva giovane) scheletrizzano le foglie, quindi divorano tutto il lembo.

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Lilioceris lilii La criocera del giglio è un coleottero polifago della famiglia dei Chrysomelidae. E’ infestante nelle zone temperate ove ci siano coltivazioni di Liliaceae quindi molte piante bulbose ornamentali come giglio, amaryllis, tulipani ecc. ma anche asparagi, aglio, cipolle, porri e scalogno. Sono attivi a marzo-aprile, con gli accoppiamenti, è importante eliminarli in modo tempestivo poichè le larve sono molto voraci e possono portare alla defoliazione delle piante, inoltre gli insetti adulti possono volare,coinvolgendo quindi nel problema anche le piante vicine a quella attaccata.

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La cimice assassina (Rhynocoris iracundus) è un insetto dell'ordine dei rincoti e della famiglia dei reduvidi, è un insetto dai colori vivaci chiaramente aposematici rosso e nero, che formano strie sulle zampe e sul torace, mentre le antenne, nere, si schiariscono verso la punta. Il capo è piuttosto piccolo se rapportato al corpo.

L'aposematismo è la colorazione di una parte più o meno estesa del corpo di un animale a fini di avvertimento contro possibili predatori, di solito sono tossici o velenosi, oppure hanno semplicemente un sapore sgradevole per le specie che potrebbero utilizzarli come nutrimento.

La cimice assassina è una specie predatrice, che divora altri artropodi, fra cui bruchi, ragni, scarafaggi e imenotteri (ad esempio api e vespe). Usa appostarsi sulle piante, in particolare quelle fiorite, dove attende le sue vittime: una volta catturata la preda, la infilza con la proboscide e le inietta una tossina che la paralizza e ne scioglie le interiora, di cui poi si nutre; la preda impiega dai tre ai dieci secondi a morire. La sua attività di predazione si rende utile per debellare alcuni insetti infestanti.

A sua volta, la cimice assassina viene predata dai ragni di grosse dimensioni, dalla mantide religiosa, oltre che da roditori e uccelli.per l'uomo la puntura è molto dolorosa, anche più di quella di vespa, ma è poco efficace e causa un gonfiore che generalmente si risolve in poche ore.

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...problemi sempre più seri...

 

La cimice verde è un insetto litofago (che si nutre di vegetali) fastidiosissimo e dannoso, i predatori non lo infastidiscono perché questi insetti possiedono ghiandole odorifere che emettono un odore abbastanza fastidioso. Esistono diverse varietà di cimici Appartenenti alla famiglia Pentatomidae, ordine dei Rhynchota che comprendente oltre 4100 specie tra cui la la Palomena vividissima, conosciuta anche come Nezara viridula che ho fotografato sia in vari stadi intermedi che in uno adulto quando assume il caratteristico colore verde vivo dalla capacità mimetica che la può far variare fino al marrone-rossastro. Pungono le piante, e aspirano la linfa. Con questa operazione, oltre a danneggiare con le punture e la sottrazione del liquido vitale, la cimice si fa anche vettore di virus e infezioni fungine. Quando i frutti sono maturi la sua azione si concentra specialmente su questi.

Possono essere combattute sulle piccole superfici, senza ricorrere a prodotti chimici. Si possono spruzzare le piante infestate con semplice acqua e peperoncino, o si può preparare un infuso di tabacco facendo bollire un litro di acqua, nel frattempo si sbriciola in una ciotola un paio di sigarette o una punta di sigaro o due pizzichi di tabacco trinciato: si versa sopra l’acqua bollente e si lascia raffreddare. L’infuso è pronto: metterlo in uno spruzzatore e spruzzarlo sulle piante. E’ consigliabile aggiungere all’infuso un cucchiaio di detersivo per piatti, in modo da aumentarne la tensioattività cioè l’adesività alle piante.

Se l’infestazione è leggera, è consigliabile diluire al 50% il preparato, che può svolgere anche così la sua funzione senza sovraccaricare le piante di sostanze estranee. L’infuso non è dannoso per le piante, l’operazione si può ripetere quante volte si vuole.

Il rimedio più efficace per prevenire gli attacchi delle cimici utilizzare il decotto all'aglio. Da spruzzare di tanto in tanto alla base delle piante nelle ore serali, funziona anche il macerato d’ortica.

Il decotto all'aglio si prepara mettendo 5 o 6 spicchi d'aglio in una pentola d'acqua di medie dimensione e portando il tutto a bollore; dopo circa dieci minuti si mette il decotto a macerare in uno spruzzino. Dopo 24 ore si può sciogliete un cucchiaio di sapone di Marsiglia liquido, per aumentare l'aderenza del prodotto e si spruzza sulle foglie delle piante colpite dai parassiti, tutti i giorni, in poco tempo la cimice verde ed eventuali altri afidi dovrebbero sparire. 

 Non c’è solo la cimice verde, si sta diffondendo molto rapidamente anche La "cimice marmorata asiatica" Halyomorpha halys detta di cimice cinese; ha l’aspetto delle altre cimici con varie tonalità di bruno sulla parte superiore e sul lato inferiore del corpo. E' particolarmente pericolosa per l'agricoltura perché nelle zone d’origine ha una sola generazione all'anno, mentre nelle zone più favorevoli fino a quattro, con 300-400 esemplari a volta. La prima segnalazione si è avuta in Emilia Romagna nel 2012 ma nel 2016 un autunno particolarmente caldo ha favorito la moltiplicazione degli esemplari che sono estremamente mobili, capaci di percorrere enormi distanze (in laboratorio circa 120 chilometri in un giorno), essendo un insetto 'alieno' (proviene da altri continenti), non ha in Italia antagonisti naturali, inoltre la normativa europea vieta l'introduzione intenzionale di organismi non autoctoni e quindi è impossibile 'importare' gli antagonisti naturali, ad esempio il Trissolcus japonicus e Trissolcus mitsukurii, che assomigliano ad una mosca e sono originari di Cina e Giappone, per evitare di fare ulteriori pasticci.

la polifagia permette a questi insetti di trovare cibo in abbondanza. La situazione è drammatica perchè introducono l'apparato boccale in profondità sotto la superficie dei frutti per nutrirsi, creando grossi danni e rendendo gli insetticidi inefficaci.

Nei frutteti la soluzione più efficace per combatterla è rappresentata dalle reti anti-insetto, da posizionare alla caduta dei petali, dopo che c'è stata l'impollinazione e prima che le cimici colonizzino. La cimice asiatica non emette feromoni sessuali, atti a far incontrare due esemplari di sesso diverso. Emette invece feromoni di aggregazione che riuniscono in un'area di alcuni metri quadrati gli esemplari di questa specie, ma non è ancora stato messo a punto un sistema per sfruttare questa caratteristica.

Ho letto che uno dei rimedi più efficaci per rimuovere la cimice asiatica accettate anche nell’agricoltura biologica è l’olio di Neem che si ricava è un albero (Azadirachta indica) della famiglia delle Meliacee nativo dell'India e della Birmania, che va diluito con acqua e irrorato sul luogo da disinfestare.

Di fatto non esiste alcun rimedio efficace perchè non ci sono in Italia antagonisti e le sostanze naturali classiche non hanno alcun effetto repellente. Le linee guida attualmente in vigore sono di ucciderle, io detesto farlo, ma non ho altra scelta anche per non attirarmi l'ira dei vicini perchè sono veramente dannose anche per le abitazioni oltre che per l'agricoltura .

Fasi di sviluppo della cimice marmorata asiatica dal sito Regione Piemonte.

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L'ortica è un vero e proprio antiparassitario naturale utile contro gli afidi, l' altro antiparassitario naturale è l'aglio, la salvia attira le api ed insetti utili nella lotta ai parassiti e per l'impollinazione, il timo attira i sirfidi.

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