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Dragoncello chiamato anche estragone (Artemisia dracunculus) famiglia Asteraceae o Compositae come i cardi, i carciofi, la lattuga e la cicoria, ma anche il crisantemo: è una pianta perenne, aromatica e amara, è originaria della Siberia del sud, sarebbe stato introdotto tramite gli scambi con i Mongoli. La diffusione di quest’erba inizia dalla Toscana dove sembra sia stata portata dalle truppe di Carlo Magno nel lontano 774 che la piantarono nell’orto dell’Abbazia di Sant’Antimo nei pressi di Montalcino.

Esiste un’antica leggenda senese che narra che una ragazza si innamorò di un dragone, ovvero un soldato a cavallo del periodo napoleonico. Un giorno il ragazzo, scuotendo gli stivali dalla finestra, lasciò cadere dei semi in un vaso che la giovane teneva sul davanzale. Nacque così una piantina profumata che restò il simbolo del suo amore per il dragone, rimpatriato di lì a poco.

E' si è ampiamente diffuso in Europa a partire dal Medioevo, soprattutto in Francia dove viene usato come ingrediente principale di due salse gustose: la salsa tartara, a base di tuorli, aceto di vino bianco, capperi, cetriolini sottaceto, olio, prezzemolo e dragoncello, e la salsa bernese, a base di burro chiarificato, tuorli, scalogno, cerfoglio e dragoncello. In Italia viene utilizzato soprattutto nei piatti tipici della Toscana, in particolare con la salsa al dragoncello con mollica di pane, aglio, aceto, olio, sale e pepe. Si sposa bene con peperoncino ed erba cipollina e può essere usato anche per profumare senape o maionese, le foglie fresche vengono utilizzate in abbinamento a uova, crostacei, pesce, carni bianche e formaggi. Con il dragoncello si prepara anche un aceto aromatizzato: basterà lasciare macerare per un mese circa 80 g di dragoncello in un litro di aceto.

 In Italia è solo coltivato, non ne esiste una versione spontanea. Si tratta di un arbusto, il fusto forma dei cespugli che possono raggiungere l'altezza di circa un metro con radici legnose; ha fiori piccoli e di colore verde-giallastro, riuniti in infiorescenze a forma di pannocchia, la fioritura ha luogo da luglio a ottobre. Le foglie sono sottili, lucenti e di colore verde, il sapore è intenso e amaro, e ricorda a tratti il pepe e l’anice. Il frutto è di un aroma piccante. Produce raramente semi fertili e quindi può essere riprodotta solo per divisione dei cespi e per talea anzi, se si vuole il vero dragoncello francese (estragone) si ottiene solo in questo modo, cioè dalla pianta originale. Dal seme commerciale, invece, si potrebbe ottenere un dragoncello di varietà diversa, detto "russo", che è molto meno profumato.

Va messo a dimora in aprile-maggio; predilige i luoghi soleggiati e riparati e terreni fertili e sabbiosi. Staccare le foglie da utilizzare fresche durante tutta la stagione di crescita. In autunno, prima che la pianta si spogli, sfalciare a circa 10 cm dal suolo e appendere i rametti riuniti in mazzi, capovolti, in un posto asciutto affinché si secchino. In questo modo riesce a conservare a lungo sia il colore che il profumo.

E' un buon antiossidante che combatte i radicali liberi e rafforza il sistema immunitario. Il sapore sapido ne fa un insaporitore per chi non può consumare sale nella propria dieta, ha proprietà aperitive, toniche, terapeutiche, digestive, pare che, masticandolo, faccia passare il singhiozzo.

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